R3M

Cinque rockstar morte tragicamente

Nella storia della musica sono tante le rockstar che hanno trovato la morte in modo tragico, per un motivo ben preciso o per un mistero che non è mai stato svelato a distanza di anni. Quella del mistero e della tragedia è una delle componenti che più si ritrova nella storia della musica e che, per questo motivo, porta il rock ad acquisire e ad aver assunto – nel corso degli anni – un alone di mistero su cui si basa. Vogliamo parlarvi, scegliendo tra tutte le morti tragiche che ci sono state nella storia della musica, di cinque rockstar morte tragicamente. 

Jeff Buckley

«Erano le 5:58 di mattina, non dimenticherò mai l’ora. Ero a Dublino, quindi dovevano essere quasi l’una a New York e tipo mezzanotte a Memphis. Mi si è gelato il sangue. Mi sembrava un brutto sogno. Mi è caduto il telefono dalle mani, non sapevo cosa fare. Meno male che all’epoca non c’era internet, altrimenti l’avrebbero twittato ovunque in un lampo. Ero rintontito. Apatico e rintontito.». Questo il racconto fornito da Dave Lory, manager di Jeff Buckley, che ha parlato degli ultimi attimi di vita del cantautore statunitense.

Che si tratti o meno di mistero, la dinamica della morte del cantante di Grace è stata spiegata da Mary Guilbert: «La morte di Jeff Buckley non è stata “misteriosa”, legata a droghe, alcool o suicidio. Abbiamo un rapporto della polizia, un referto del medico legale e un testimone oculare, che provano che si è trattato di un annegamento accidentale e che il sig. Buckley era in un ottimo stato mentale prima dell’incidente.»

John Bonham

La morte di John Bonham ci fu il 25 settembre del 1980, a seguito di una giornata in cui si ubriacò particolarmente. Il batterista si recò in sede di registrazione particolarmente ubriaco, e continuò a bere ancora mentre provava: per questo motivo si scelse di farlo dormire e non sottoporlo ad ulteriori stress derivanti dalle registrazioni. 

John Bonham fu ritrovato morto la mattina successiva, soffocato dal suo stesso vomito: aveva soltanto 32 anni e la sua fu certamente una morte tragica. I Led Zeppelin, per questo motivo, decisero di sciogliersi: «Desideriamo rendere noto che la perdita del nostro caro amico e il profondo senso di rispetto che nutriamo verso la sua famiglia ci hanno portato a decidere — in piena armonia tra noi e il nostro manager — che non possiamo più continuare come eravamo.»

John Lennon

Se si parla di morti tragiche è necessario parlare di John Lennon, che rappresenta – data la dinamica con cui è avvenuta la sua morte – l’emblema di ciò di cui vogliamo parlarvi all’interno del nostro articolo. Tutti sanno che l’8 dicembre del 1980, all’età di 40 anni, John Lennon fu colpito da alcuni colpi di pistola che gli furono inflitti da Mark David Chapman. L’assassino, di cui si è parlato molto nel corso degli anni, ha atteso per ore l’arrivo di John Lennon nella sua abitazione newyorkese, leggendo Il Giovane Holden, suo libro preferito.

Kurt Cobain

I colpi di arma da fuoco rientrano anche nell’ambito del tragico suicidio di Kurt Cobain, che l’ha portato a perdere la vita – all’età di soli 27 anni – il 5 aprile del 1994. Per quanto si sia parlato, nel corso degli anni, della possibilità di omicidio commissionato da Courtney Love, rimane celebre la lettera dedicata a Boddah, amico immaginario di Kurt Cobain. Ve ne citiamo il contenuto in un passaggio:

“Vi parlo dal punto di vista di un sempliciotto un po’ vissuto che preferirebbe essere uno snervante bimbo lamentoso. Questa lettera dovrebbe essere abbastanza semplice da capire. Tutti gli avvertimenti della scuola base del punk-rock che mi sono stati dati nel corso degli anni, dai miei esordi, intendo dire, l’etica dell’indipendenza e di abbracciare la vostra comunità si sono rivelati esatti. Io non provo più emozioni nell’ascoltare musica e nemmeno nel crearla nel leggere e nello scrivere da troppi anni ormai.” 

Brian Jones

L’ultima tra le tragiche morti di cui vi citiamo è quella di Brian Jones, polistrumentista britannico e fondatore dei Rolling Stones che si è distinto, durante la sua vita, come un abile nuotatore. Per questo motivo, la morte per annegamento che è avvenuta in piscina per anni è stata oggetto di grande mistero e polemica. Le parole di Keith Richards ne spiegano perfettamente la dinamica: “Quella notte è successo qualcosa di strano, questo è tutto quello che ho da dire. Potrebbe anche essere stato un incidente. Noi non abbiamo cercato di mettere le cose a tacere, volevamo sapere cosa era successo; […] Nessuno voleva ucciderlo. Non si sono presi cura di lui come avrebbero dovuto, nonostante fossero lì proprio per quello. Tutti sapevamo com’era, soprattutto quando c’era una festa. Forse è solo andato a fare una nuotata e gli è venuto un attacco di asma. So che era asmatico, e che aveva sempre con sè il suo spray, anche se non l’ho mai visto avere un attacco. Ma era un ottimo nuotatore, molto più bravo di chiunque altro io conoscessi.” 

Articoli correlati

Condividi