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Come la morte di Chester Bennington ha cambiato la storia del rock

Chester Bennington morì all’età di 41 anni dopo essere stato tragicamente trovato morto nella sua casa in California il 20 luglio 2017. La morte di Chester Bennington ha cambiato la storia del rock americano, del genere nu-metal e del metal in generale. Tutto partiva dal loro album di debutto, Hybrid Theory, il quale non solo presentava una splendida sintesi di rap, funk e metal dando inizio “nu-metal”, ma descriveva anche il loro approccio alla composizione nuovo. Il gruppo, capitanato da Mike Shinoda e proprio da Bennington, aveva unito rap e rock in maniera pazzesca.

Il successo discografico e commerciale

L’idea di partenza del nu-metal di Linkin Park, elaborata da Mike Shinoda e da Chester, era molto più organizzata e intricata. Altri gruppi, come i Korn e i Deftones, tendevano a trasmettere in maniera molto più emotiva il contenuto delle canzoni, i Linkin Park avevano invece un modo di fare molto diverso. La band era molto artificiale e armonica e all’inizio vennero confusi come una band popmetal, ma non è stato proprio così. Sebbene il loro stile fosse più “facile” rispetto ad altri gruppi, i testi non erano certo commerciali, a discapito di un successo discografico veramente importante.

La bravura nell’innovare il metal

La bravura di Chester Bennington, figura che ha cambiato la storia del rock, è stata quella di aver reso qualcosa di più sofisticato molto più accessibile al grande pubblico. Chester disse: “Penso che sia davvero divertente dire solo quelle parole, “l’integrità del metal”, ma quale integrità? Secondo me in realtà la band dei Linkin Park ha mantenuto vivo il genere metal.” E ha perfettamente ragione, secondo noi. Bennington era un elemento essenziale nei Linkin Park; la sua voce era sempre al centro delle canzoni e il suo registro tenorile era pazzesco.

La timbrica e l’infanzia traumatica da Chester Bennington

Il suo registro tenorile univa la sua capacità vocale indiscussa con una componente più furiosa, arrabbiata e al contempo piena di fragilità. La voce e soprattutto la timbrica del Nostro riusciva a dimostrare e a far palesare una vita difficile, caratterizzata da elementi sofferenti e dalla depressione. La depressione in particolare sembrava una sottotrama ricorrente nella discografia dei Linkin Park. Chester disse: “Ci sono molte canzoni su depressione, paura e paranoia. Lo stavo solo inventando? Assolutamente no, ero me stesso”. Bennington ammise a Rolling Stone nel 2002 di aver subito un abuso sessuale da un amico più grande quando era un adolescente.

Le difficoltà e il futuro dei Linkin Park

Chester parlò della sua vita dicendo: “Penso che per molte persone che pensano che se hai successo, all’improvviso ricevi un biglietto per posta che dice che sarai totalmente soddisfatto e felice per il resto della tua vita… Non succede così. La vita, per me, va avanti come sempre… L’unica differenza è che sono dentro i Linkin Park. Quello che succede nella mia testa è sempre stato così per me”. Cosa sarà del futuro della band senza Chester Bennington? Non lo sappiamo, Mike Shinoda aveva detto che il gruppo sarebbe continuato. È innegabile però che la morte di Chester Bennington ha cambiato la storia del rock, per sempre

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