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Cosa si nasconde dietro la misteriosa morte di Amy Winehouse?

Erano le 15:53 del 23 Luglio 2011 quando la cantautrice britannica Amy Winehouse fu trovata senza vita nel suo appartamento londinese, il numero 30 di Camden Square. Sin dall’inizio il decesso è stato accostato ad un mix fatale di droghe e alcool.

Amy Winehouse, stroncata dall’effetto stop and go

Il 27 Ottobre 2011 gli esiti degli esami tossicologici hanno rivelato che la presenza di alcool nel sangue era cinque volte superiore al limite stabilito dalla legge, escludendo allo stesso tempo la presenza di sostanze stupefacenti. L’8 gennaio 2013, dopo ulteriori accertamenti, è stato definito ufficialmente che la storica voce di Rehab ci ha lasciato a causa di un’intossicazione da alcool che le ha bloccato la respirazione.

La morte della cantante è stata causata da un effetto chiamato “Stop and Go”, che consiste nell’assunzione di una considerevole quantità di alcool dopo un lungo periodo di astinenza. L’ipotesi formulata dall’equipe medica è che l’organismo della cantante non sia riuscito a reggere questo abuso d’alcool, arrivato proprio in seguito ad un periodo di astinenza.

Come ha passato la sua ultima notte Amy Winehouse?

La Winehouse se n’è andata ascoltando una delle più grandi voci femminili della storia della musica: la sua. Amy passò l’ultima notte della sua vita guardando i clip dei suo show, quasi come se fosse ipnotizzata. E, nel frattempo, beveva vodka come fosse acqua liscia.

Amy Winehouse, che al momento della sua morte ancora doveva compiere 28 anni, è entrata di diritto nel nefasto e maledetto Club dei 27. Alex Folden, parrucchiere e confidente della cantate, ha dichiarato che Amy più volte gli aveva parlato del Club. Amy mi raccontava spesso del Club dei 27, in realtà ha sempre creduto che un giorno sarebbe entrata anche lei in questo club esclusivo. Mi spezza il cuore sapere che alla fine ci sia riuscita davvero.” Ha raccontato l’autore della storica acconciatura della cantante britannica.

La relazione disastrosa e logorante con Blake Fielder-Civil

Amy Winehouse, a differenza di quanto si possa pensare, era una donna forte e determinata. Ognuno però ha un punto debole, quello di Amy era Blake Fielder-Civil,: era come la kryptonite per Superman.

Blake ed Amy si sposarono a Miami nel 2007, divorziando solo dopo un paio d’anni: la relazione, disastrosa e logorante, girava intorno all’eroina. Blake, l’uomo che ha sposato e soprattutto rovinato Amy, parlando dei problemi di droga dell’ex compagna ha ammesso:

“Dopo esserci sposati ci siamo drogati pesantemente per sei mesi. Dopo questo periodo però Amy non ha più assunto nulla, fumava solo erba.” Questo il mea culpa di Blake, che poi ha continuato: “Non sono però io il solo colpevole: nel documentario “Amy” emerge chiaramente come anche altre persone siano responsabili della sua condizione.” 

Il cantante poi, parlando del decesso della Winehouse, ha dichiarato: Credo che la morte di Amy sia stato un suicidio più che un incidente. Dopo anni di bevute sapeva benissimo fino a che punto poteva spingersi. Erano tutti concentrati sul fatto che avesse smesso di fare uso di eroina, ma nessuno si rese conto di quanto lavoro c’era ancora da fare.”

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