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Dario Argento: ‘per i miei film avrei voluto band come i Pink Floyd e i Genesis’

Il regista romano Dario Argento, ospite dei microfoni di Federica Elmi e Barbara Venditti per il programma di Radio Rai 2, ha raccontato alcuni aneddoti circa due dei suoi film di maggior successo: Profondo Rosso e 4 mosche di velluto grigio. Nello specifico il regista ha spiegato che avrebbe voluto fortemente la partecipazione di alcuni gruppi come i Pink Floyd e i Genesis.

Dario Argento: “per i miei film avrei voluto band come i Pink Floyd e i Genesis”

Il cineasta romano ha raccontato che per le colonne sonore di queste due pellicole, affidate alla fine a Giorgio Gaslini ed Ennio Morricone, aveva pensato seriamente di contattare Roger Waters e David Gilmour dei Pink Floyd. Argento, infatti, ha sempre avuto un debole per la band britannica ed era convinto che il loro sound si sarebbe adattato perfettamente alle sue pellicole.

“Nel film ‘Profondo Rosso’ avrei voluto le musiche dei Pink Floyd, mentre per ‘Quattro mosche di velluto grigio’ avevo pensato ai Deep Purple. Mi sono perfino recato a Londra per incontrare Gilmour e soci: loro però, nonostante fossero miei fan e conoscessero i miei film, erano impegnati alla realizzazione dell’album The Wall.” Ha spiegato Dario Argento ai microfoni di Radio Rai 2, aggiungendo: “Purtroppo, quindi, mi dissero che non potevano aiutarmi. A quel punto mi rivolsi ai Genesis, ma anche loro erano impegnati. Insomma, avrei tanto voluto una band inglese di quegli anni.”

Dario Argento e la sua più grande passione, il cinema

Il regista romano, per i suoi due film, necessitava di una band inglese dalle sonorità completamente diverse da qualsiasi band nostrana. Dopo aver chiuso il capitolo Pink Floyd, Dario Argento si è poi soffermato sulla sua più grande passione: il cinema.

“Sono nottambulo e dormo pochissimo. E, quando non riesco a dormire, penso, immagino, seguo i miei sogni, le mie fantasie e anche gli incubi, che poi fanno parte dei miei film. Le cose che ci spaventano, alla fine, sono sempre le stesse e nascono da un qualcosa di veramente profondo.

Da bambino avevo paura delle classiche cose che fanno paura ai bambini: le stanze buie, i corridoi lunghi e i brutti sogni, che erano un po’ il riflesso dei libri che leggevo e dei film che guardavo.

Questa mia passione per l’horror è nata quando ero solo un bambino e vidi per la prima volta “Il fantasma dell’opera”: quel film mi impressionò tantissimo. Per i miei film non mi ispiro alla cronaca nera dei giornali, bensì alle mie allucinazioni, ai miei pensieri più oscuri. La mia mente lavora e immagina, ed è come una specie di vaso di Pandora che contiene tutti i più grandi incubi.”

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