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David Bowie, la verità sulla morte del Duca Bianco: suicidio assistito

David Bowie se n’è andato prematuramente, a causa di un tumore contro il quale combatteva da tempo, nel 2016. A pochi giorni di distanza dalla pubblicazione del suo ultimo lavoro discografico: Blackstar. Nonostante la causa della morte sia da imputare al terribile male del quale soffriva, nuove verità emergono sul modo che il Duca Bianco avrebbe scelto per porre fine alle proprie sofferenze. Stando alla scrittrice Lesley-Ann Jones l’autore di Heroes si sarebbe infatti affidato al suicisio assistito, pratica non legale nell stato di New York.

DAVID BOWIE, L’ULTIMO ALBUM E LA MORTE DEL DUCA BIANCO

David Bowie è morto nella notte a cavallo tra il 10 e l’11 Gennaio 2016, a due soli giorni di distanza dalla pubblicazione della sua ultima fatica discografica: Blackstar. La morte del Duca Bianco ha gettato nello sconforto il mondo della musica e dell’arte interi, dove ha lasciato un vuoto incolmabile. Il cantante è scomparso in una località non nota, presumibilmente in una clinica oncologica nello stato di New York.

A causa dell’aggravarsi del tumore al fegato contro il quale combatteva da tempo, David Bowie si sarebbe avvalso della pratica dell’eutanasia per mettere fine alle sue sofferenze. Ne giorni successivi alla tragedia Robert Fox, amico di Bowie, confidò che il cantante voleva provare una cura sperimentale contro il cancro. Tuttavia, l’imminenza della fine lo avrebbe spinto a ricorrere al suicidio assistito. Di questa decisione solo pochissime persone erano a conoscenza.

LE DICHIARAZIONI DI LESLEY-ANN JONES SULLA MORTE DI DAVID BOWIE

Lesley-Ann Jones, autrice della biografia Hero, confermò alla BBC che David Bowie sarebbe ricorso al suicidio assistito per interrompere le sue sofferenze causate dal cancro al fegato. Stando alle parole della donna riportate anche dal Giornale, il Duca Bianco avrebbe fatto uso di sostanze palliative nei giorni precedenti alla scomparsa. Salvo poi prendere l’ultima decisione per alleviare il proprio dolore.

Lesley-Ann Jones ha anche rivelato che sarebbe stata una decisione esclusiva del cantante quella del suicisio assistito. “Chiunque lo abbia aiutato in questa missione e come sia stata portata a termine, non sarà mai rivelato. Sono sicura che non abbia coinvolto familiari e amici per proteggerli” ha detto la donna alla BBC. La pratica dell’eutanasia non è infatti legale nello stato di New York.

LA SCELTA DEL SUICISIO ASSISTITO E IL SEGRETO CON LA FAMIGLIA

Il suicisio assistito e la pratica dell’autanasia non sono consentiti in molti stati americani, compreso quello di New York – dove David Bowie è morto in una clinica oncologica. Per questo motivo l’autore di Heroes non avrebbe confidato a nessuno, o al massimo a pochi fidati, la sua intenzione di interrompere le proprie sofferenze. Una decisione dettata dalla necessità di proteggere da ripercussioni penali familiari e amici.

La voce di una morte pianificata circolava da tempo nell’ambiente e tra le persone vicine a David Bowie. Già Tony Visconti, storico produttore e suo amico intimo, aveva confidato che il Duca Bianco considerasse Blackstar come una sorta di epitaffio, pieno di allusioni alla fine della vita. Inoltre Bowie aveva più volte ribadito di volersene andare in silenzio, senza troppo clamore e confusione.

 

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