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David Bowie: Perché aveva il terrore di suonare in Italia?

Per lungo tempo, il nostro paese è stato malvisto dagli artisti che annoveravano le scene internazionali più brillanti. Tumulti, sommosse e tafferugli erano consuetudine agli show dei mostri sacri del Rock che, in breve tempo, cominciarono ad escludere l’Italia dalle location dei loro tour. Agli appassionati più devoti, sovverrà spontaneo pensare a quanto accaduto ai Led Zeppelin, ad esempio, ma la leggendaria band fautrice dell’Hard Rock, non fu la sola ad allontanarsi repentinamente dal Bel Paese. Il Duca Bianco, David Bowie, infatti, non si esibì neanche una volta in Italia durante gli anni d’oro della sua carriera; sebbene le sue preoccupazioni fossero sorte indirettamente, durante una conversazione con Lou Reed.

Come detto, gli anni più brillanti per il Rock videro l’Italia esclusa sistematicamente dalle grandi kermesse delle band e degli artisti di spicco di quel periodo. Per quanto riguarda David Bowie, il suo rapporto con la penisola italiana ebbe modo di cambiare il 25 marzo del 1987. Si tratta di una data molto importante per gli appassionati di musica Rock nostrani. Fu solo allora, infatti, che il Duca Bianco decise di affrontare le platee italiane, andando in scena al Piper Club di Roma; punto nevralgico della cultura giovanile capitolina e non solo. In quell’occasione, David Bowie regalò al pubblico una performance memorabile, seppur breve, eseguendo solo due brani, Bang Bang e 87 And Cry.

Il tour in Italia di David Bowie

Il riavvicinamento di David Bowie all’Italia non si limitò a quella singola apparizione. In quella stessa sede, infatti, il leggendario cantante di Heroes annunciò il suo prossimo e, allora, imminente debutto sui palchi italiani, non riservandosi dal rispondere anche ad alcune domande di fan e giornalisti in visibilio. La kermesse italiana del Duca Bianco venne inaugurata il 9 giugno del 1987 a Firenze, allo Stadio Comunale, per poi giungere il giorno seguente a Milano, allo Stadio Meazza, il 15 e 16 giugno a Roma, allo Stadio Flaminio e il 18 luglio allo Stadio Comunale di Torino. Il tour, ovviamente, si rivelò essere un successo straordinario, pur non mancando di controversie. Nel corso della seconda data di Roma, infatti, alcuni “autonomi”, si lanciarono in sfondamenti violenti, lanciando lacrimogeni e spingendo Bowie ad interrompere il set.

Da allora, comunque, David Bowie non avrebbe più mancato di includere l’Italia nei suoi tour. Il Duca sarebbe ritornato ad infiammare il pubblico del Bel Paese nel 1990 per 4 date in occasione del Sound + Vision. L’anno seguente sarebbe sbarcato in Italia per l’It’s My Life Tour dei Tin Machine e, poi, dopo un intervallo, ancora nel 1996 con l’Outside Tour, nel 1997 per l’Earthling e nel 1999 per un unico concerto promozionale di HOURS, al Teatro Smeraldo di Milano. All’alba del Terzo Millennio, Bowie arrivò in Italia il 15 luglio del 2002 a Lucca. L’ultimo concerto del Duca in Italia si tenne il 23 ottobre del 2003 al Fila Forum di Assago.

 

 

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