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David Gilmour rivela le sue perplessità sul suo futuro musicale

Nel corso del quarto episodio del podcast sui Pink Floyd “The Lost Art of Conversation: A Pink Floyd Podcast”, l’iconico chitarrista del gruppo, David Gilmour, discute sui suoi progetti futuri per i suoi orizzonti musicali. Sua moglie, la scrittrice di fama internazionale, Polly Samson, rivela, invece, la sua tristezza sulla fine dei Pink Floyd. David Gilmour ha, di recente, annunciato la morte artistica del gruppo britannico simbolo del Rock Progressivo degli anni ’70 attraverso un video particolarmente triste. Tutto questo, ha seguito alcuni annunci e rivelazioni shockanti riguardo sé stesso e lo stile di vita eremitico che, il leggendario chitarrista, ha condotto negli ultimi anni. Di seguito, verranno trascritti alcuni degli stralci più significativi dell’intervista:

Intervistatore: “non possiamo lasciarti andare senza prima chiederti che programmi hai per il futuro. Il box set The Later Years è meraviglioso e ricco di materiale inedito. Sorge, quindi, spontaneo chiederti quali siano i piani per il tuo futuro musicale”.

David Gilmour: “In realtà non ho niente. Non sto cercando di essere schivo. Non ho iniziato a lavorare a niente. Voglio dire, ho moltissimo materiale avanzato dal mio ultimo album. Sono passati ormai 4 anni dall’uscita di Rattle That Lock. Uno di questi giorni mi siederò a quella scrivania e comincerò a mettere insieme tutto ciò che è rimasto di valido. Ciò nonostante, non ho ancora fatto nessun piano al riguardo. La maggior parte di On An Island  è stata composta in questa stanza. Ho scritto anche alcune sezioni di Rattle That Lock qui”.

 Le parole dell’ultimo fotografo che ha lavorato per David Gilmour

Durante un altrettanto recente episodio del podcast “The Lost Art Of Conversation: A Pink Floyd Podcast” uno dei fotografi che, in passato hanno lavorato per i Pink Floyd, ha discusso del processo di selezione delle copertine dei vinili per il loro ultimo box set. Il fotografo ha indotto uno spunto conversativo iniziando a parlare di come sia passato da associato del grande Storm Torgherson a fotografo ufficiale dei Pink Floyd dopo la sua morte nel 2013.  “Prima che Storm morisse, David gilmour e Nick Mason cominciarono a discutere in merito a chi avrebbe dovuto portare avanti la sua eredità. Il mio nome venne fatto da Storm in persona. Abbiamo parlato apertamente prima che se ne andasse. Lui mi disse che avrebbe voluto portassi avanti la sua opera. Quindi, dopo la sua morte, ho intavolato il discorso coi Pink Floyd chiedendogli una possibilità. Ha funzionato”.

Il fotografo ha continuato: “Naturalmente, ho ideato la mostra Their Mortal Remains. Il grande successo riscontrato mi ha aiutato a stabilire un rapporto coi membri del gruppo. Credo che, in un certo senso, gli abbia dimostrato di essere in grado di ricoprire il ruolo di Storm. Quindi, quando abbiamo lavorato alla copertina di The Endless River, abbiamo voluto rappresentare un senso di nostalgia che avrebbe potuto collidere perfettamente con le atmosfere create dalla musica proposta nel disco. Devo ammettere che è stato molto emozionante. In fase realizzativa abbiamo visionato molto materiale. C’erano una serie di fotogrammi in cui Richard Wright era in studio. Ci siamo commossi tutti”.

 

 

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