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Fabrizio de Andrè, la storia di Nuvole barocche

Fabrizio De Andrè è stato capace di riscrivere la storia della musica italiana grazie a numerosi brani di assoluto rilievo. Le sue autentiche poesie sono state in grado di far commuovere e riflettere numerosi appassionati in tutta Italia. Tra i brani che dovrebbero essere riscoperti, va segnalato Nuvole barocche, canzone considerata minore da molti e non apprezzata più di tanto neanche dallo stesso cantautore genovese. Ecco tutto ciò che c’è da sapere riguardo ad un brano ricco di sorprese.

L’uscita del primo singolo in assoluto di Fabrizio De Andrè

Non sappiamo con precisione come sia nato il pezzo Nuvole barocche, ma sappiamo con certezza che si tratta del primo singolo della vasta produzione di Fabrizio De Andrè. La sua uscita risale al lontano 1961, come lato A di un 45 giri che comprende anche E fu la notte. La prima versione del singolo prevede l’utilizzo di una copertina forata di tipo standard. La registrazione del brano, invece, è stata eseguita con l’ausilio di un apparecchio Ampex, all’interno di uno studio situato al di sotto del negozio milanese della Dischi Ricordi. Il lavoro è stato completato con la produzione da parte delle Edizioni Musicali Settenote, con il sottofondo di un’orchestra guidata da Gian Piero Reverberi.

Una canzone ben poco apprezzata da Faber

La prima apparizione di Nuvole barocche e di E fu la notte risale addirittura al 1958. Infatti, in quel periodo, Fabrizio De Andrè era agli inizi della sua straordinaria carriera e si esibì presso il teatro genovese La borsa di Arlecchino. Fu il trampolino di lancio ideale verso un percorso artistico estremamente soddisfacente. Nonostante ciò, Faber non ha mai mostrato un particolare apprezzamento nei confronti di queste due canzoni. Il cantautore scelse addirittura di ripudiare i brani citati, ritenendoli ben poco coerenti con tutto il resto della sua discografia. De Andrè li definì come “due peccati di gioventù” e non li avrebbe mai più incisi, neanche in occasione delle esibizioni dal vivo.

Due canzoni diverse dal repertorio di Fabrizio

A dire la verità, Nuvole barocche ed E fu la notte sono due canzoni ben differenti rispetto alla maggior parte dei brani di Fabrizio De Andrè. Le difformità si notano a partire dalla voce di Faber, ispirata in maniera piuttosto evidente alle evoluzioni di Gilbert Bécaud. L’impianto stilistico dei brani appare simile rispetto alle canzoni di Domenico ModugnoUmberto Bindi, così come il testo sembra avere ben poco a che fare con le successive poesie del celebre artista ligure.

Il testo di Nuvole barocche

Nuvole barocche si contraddistingue per un testo poetico, e al tempo stesso abbastanza criptico. De Andrè fa riferimento ad un “cielo tutto rosso di nuvole barocche”, che sintetizza il desiderio di veder tornare la sua amata. Il cantautore cita lo “scirocco” che “sussurra un altro invito che dice di restare”. La sua attenzione si sposta verso una sorta di contrapposizione tra sogno e realtà, senza dimenticare le “carezze”, le “lusinghe”, gli “abbandoni” e la “dolcezza” di una tipica storia d’amore. Il brano si conclude con un vero e proprio invito ad amare e a lasciarsi andare ad un sentimento puro e infinito.

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