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Guns N’Roses: La storia dell’iconico brano Paradise City

Paradise City è, sicuramente, tra i brani più famosi della Hard Rock band statunitense dei Guns N’Roses. Si tratta del quarto singolo estratto dal primo album in studio della band; il glorioso Appetite For Destruction; pubblicato il 30 novembre del 1988. Ad oggi, il brano, presenzia alla posizione 459 della classifica dei 500 migliori brani musicali secondo Rolling Stone.

Nella sua autobiografia, il leggendario chitarrista dei Guns N’Roses, Slash, racconta che, il pezzo, sia stato scritto su un pulmino; mentre la band faceva ritorno dallo Stone, un celebre locale di San Francisco in cui, il gruppo, si era esibito come spalla ai Jetboy; una Glam Metal band abbastanza rinomata nel panorama underground del luogo. Dopo aver passato una serata all’insegna degli eccessi e della musica, il chitarrista ha improvvisato l’iconica sezione che introduce il pezzo; subito dopo il bassista Duff McKagan e l’altro chitarrista, Izzy Stradlin, l’hanno seguito, dando inizio a una sorta di jam session.

Quando Axl inizia a cantare i celebri versi iniziali del ritornello, il brano sembra aver preso definitivamente vita. Accompagnato a braccio da Slash, i due scrivono alcune frasi abbastanza dissacranti che, in fase di incisione vennero rimpiazzate da quelle, ad oggi, presenti nel testo. Paradise City, quindi, nacque, per gran parte, a bordo di quel pulmino. Il leader degli L.A. Guns, Tracii Guns, afferma che la band si sia ispirata al brano Zero The Hero dei Black Sabbath per il riff iniziale. Nel periodo in cui venne composta, inoltre, Paradise City apparve come una critica alla politica corrotta della città di Los Angeles.

L’impatto dei Guns N’Roses con il loro album di debutto

Nella seconda metà degli anni ’80, la scena musicale della fervente Los Angeles, raggiunse il suo picco, attraverso uno splendido slancio compiuto da band Glam Metal come Poison, Motley Crue e Ratt. L’obiettivo principale dei gruppi appartenenti alla corrente era di riproporre i classici cliché con cui, il Rock, è stato, nel corso degli anni, tristemente demonizzato, in chiave eccessivamente amplificata.

Ciò che, però, riuscì a risollevare le sorti del panorama musicale della Città degli Angeli e, di li a poco, dell’intera scena mondiale, diversi anni prima che il Grunge riportasse in auge gli antichi valori del Rock, furono due band; i Jane’s Addiction e i Guns N’Roses.

Mentre i primi prediligevano uno stile particolarmente avvezzo a digressioni psichedeliche e Funk, i secondi scelsero di adottare un approccio decisamente più aggressivo e fermo; forse ispirato al mito del Punk. Così, i Guns N’Roses assimilarono ideali nichilistici come rabbia, sconforto e sdegno nei confronti della società, pur non allontanandosi da sonorità, relativamente vicine alla sempre più imperversante corrente Glam.

Con l’avvento di Appetite For Destruction, quindi, le rotte fino ad allora tracciate dalla scena musicale di quegli anni, subirono una violenta sferzata. Un sound rivoluzionario e micidiale che, al suo interno, riusciva a collimare i tratti cruciali di alcune delle figure più iconiche del Rock classico.

Argomenti pressoché delicati, affrontati con sfrontatezza e velata ironia, accompagnati da esecuzioni strumentali da maestri, diedero vita al capolavoro che l’album è, ancora oggi. Sebbene il disco non riscosse un successo immediato, il debutto dei Guns N’Roses sancì uno dei punti più alti nella storia della musica; a dispetto dell’indegno epilogo del gruppo, avvenuto anni dopo a causa degli attriti sorti tra i membri della band.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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