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I 5 peggiori album finali della storia del rock

È difficile restare sulla cresta dell’onda per tanti anni e mantenere intatta la propria concentrazione musicale. Di conseguenza, realizzare album finali in grado di restare nella memoria di chi li ascolta è un obiettivo molto difficile da portare a termine con successo. Alcune star come David BowieFreddie Mercury sono state pronte a salutare il pubblico con album mozzafiato, diverse altre un po’ meno.

Scopriamo insieme quali sono, secondo la nostra redazione, i 5 peggiori album finali della storia del rock and roll. Vi proponiamo una serie di dimostrazioni tangibili di quanto la magia musicale possa svanire un momento all’altro, dando vita a lavori non all’altezza rispetto a quelli precedenti. Ecco alcuni esempi da analizzare con tutta la dovuta attenzione.

The Doors – Full Circle (1972)

Iniziamo dall’ultimo album in studio dei The Doors, il secondo senza lo straordinario talento di Jim Morrison. L’addio di quest’ultimo ha fatto in modo che la band rock diventasse molto più noiosa. Gli altri membri hanno cercato di continuare senza di lui, con Other Voices che si era anche rivelato come un buon album. Tuttavia, Full Circle è sembrato l’autentico canto del cigno del gruppo. Certo, Ray Manzarak cerca di sostituire al meglio il Re Lucertola, ma i brani non sembrano di alta qualità. L’album finale è discreto, ma senza il nome dei Doors sarebbe rimasto anonimo.

Led Zeppelin – Coda (1982)

Dopo la morte di John Bonham, i veri Led Zeppelin sono ufficialmente scomparsi. Coda è un lavoro che sembra avere ben poco a che fare rispetto ai precedenti. Certo, si tratta di una sorta di compilation senza grandi pretese, ma ci si aspettava qualcosa in più per un addio in grande stile. Da lì in poi, i fan non fanno altro che sperare che Robert PlantJohn Paul JonesJimmy Page possano tornare a suonare insieme, ma con risultati ben poco soddisfacenti.

The Clash – Cut the Crap (1985)

Molti considerano Cut the Crap come il disco più inutile dei The Clash. Tra gli album finali meno riusciti, in effetti, questo prodotto trova ampiamente il suo posto. La ribellione precedente sembra essere scomparsa, con un mix di scarso livello dovuto ad una drum machine troppo presente. Quando la magia del rock finisce, i risultati possono essere anche poco apprezzabili. C’è una bella canzone come This Is England e poco altro, per un finale che avrebbe potuto essere notevolmente migliore.

Motley Crue – Saints of Los Angeles (2008)

L’hair metal ha vissuto il suo periodo d’oro negli anni ’80. Trascinare un progetto simile per troppo tempo può condurre a momenti non proprio ben riusciti. Forse i Motley Crue hanno esagerato con la loro proposta. Il ritorno della band nella sua formazione originaria lasciava presagire spunti migliori. Non mancano i buoni momenti, con assoli di chitarra niente male e l’alto livello di Tommy Lee dietro la batteria. Ma forse sarebbe stato meglio non lanciare un album del genere.

Pink Floyd – The Endless River (2014)

Il ritorno dei Pink Floyd è stato davvero una sorpresa per molti fan, che non si aspettavano altri lavori dalla band britannica dopo l’addio di Roger WatersThe Endless River, tra gli album finali più deludenti, non sembra il peggiore. David Gilmour mostra ancora le sue straordinarie qualità da musicista, ma il disco si rivela poco accattivante da ascoltare. Sarebbe stata un’idea migliore farla finita con The Division Bell, diciamoci la verità.

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