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Il miracolo dei Queen nel 1980

Gli anni ottanta rappresentano, per alcune delle rockstar più celebri di sempre, anni difficili e in cui – in alcuni casi – si è andati incontro a tragiche fini. I Led Zeppelin hanno affrontato, nel 1980, la morte di John Bonham e la fine della loro carriera; i Pink Floyd sono andati incontro ad una crisi personale e lavorativa a seguito della pubblicazione di The Wall, mentre altri pilastri come Rolling Stones e Who affrontarono una folla sempre più crescente e cristallizzata sui vecchi lavori, che bloccava qualsiasi flusso di nuova produzione. In questi difficili anni una band fu in grado di ottenere un grande successo, di fallire e risorgere, per poi fermarsi ancora: in soli dieci anni i Queen furono in grado di realizzare un vero e proprio miracolo.

Gli antefatti del grande successo: Crazy Little Thing Called Love

Il grande miracolo musicale e mediatico compiuto dai Queen negli anni ottanta fu anticipato dalla pubblicazione di Crazy Little Thing Called Love. I 2.42 minuti del brano pubblicato il 5 ottobre del 1979 furono la chiave di un successo incredibile da parte della band britannica: al di là delle vendite e delle certificazioni che la formazione ottenne, il brano fu un vero e proprio marchio di fabbrica anche dal vivo.

I grandi successi negli anni ottanta

Contenuta nell’album The Game, Crazy Little Thing Called Love anticipò una tendenza che sarebbe stata un vero e proprio leitmotiv degli anni ottanta: dischi incredibili alternati a dischi che ebbero meno successo, perchè ritenuti azzardati o non all’altezza dello stile e delle potenzialità della band.

The Game può essere certamente inserito nel novero dei primi: l’album – datato 1980 – contiene alcune perle di incredibile bellezza; quattro delle cinque canzoni presenti sul lato A dell’album furono estratte come singoli e trascinarono l’album verso un successo incredibile; parliamo, naturalmente, di Play The Game, Another On Bites The Dust, Need Your Loving Tonight e della già citata Crazy Little Thing Called Love, a cui si aggiunse Save Me di Brian May.

Di quattro anni dopo fu l’altro grande successo dei Queen, The Works. All’interno del disco pubblicato nel 1984 sono presenti tre canzoni di grandissimo valore, scritte da tre membri differenti dei Queen: Radio Ga Ga, I Want To Break Free e Hammer To Fall.

Le difficoltà di Hot Space e le tensioni nella band

Gli anni ottanta, però, non caratterizzarono soltanto grandi successi per i Queen, e questo accresce quel grande miracolo di cui parliamo. La band affrontò le difficoltà mediatiche e discografiche, oltre che diverse tensioni all’interno della formazione stessa, che determinarono una rottura che sembrava essere ufficiale e definitiva.

Il grande insuccesso discografico fu caratterizzato da Hot Space, album che tentava di recuperare le sonorità già sperimentate in Another One Bites The Dust in un disco chiaramente influenzato dal funk. Eppure, nonostante tutto ciò, la band britannica seppe trovare la linfa vitale per non sciogliersi mai, per riprendersi dagli insuccessi e tornare in auge in tutto il mondo.

Il riscatto con il Live Aid e i grandi concerti

Di sicuro, il concerto al Live Aid fu l’evento che più dettò legge in tal senso: nonostante le difficoltà, i Queen furono in grado di presentarsi al grande pubblico attraverso uno spirito differente e rinnovato, che permise loro di riconquistare il successo mondiale e di ristabilire una gerarchia che li vedeva migliori di chiunque altro.

Non fu, certamente, un caso raro: la band veniva da un grande concerto in Sudafrica – contestato per la partecipazione della band in un paese in cui regnava l’apartheid – e i Queen non erano nuovi del campo, ma il Live Aid fu rivitalizzazione pura, che portò i Queen a dare il via all’ultima celebre fase della propria carriera. Il concerto a Wembley del 1986 fu l’apice della carriera della band, prima dell’ultimo show live della formazione a Knebworth Park.

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