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La ballata di Renzo: quella volta in cui Rino Gaetano preannunciò la sua morte

Nella storia della musica esistono ambiti, contesti e sensazioni difficili da spiegare con poche parole o con una razionalizzazione che tenda a generalizzare tutto ciò che si vede e si ascolta. Quando di parla di certi artisti è difficile rientrare entro certi schemi perché essi stessi ne sono sempre stati lontani, ed è difficile spiegare dove finisca il genio e dove inizi, invece, l’illuminazione. Vogliamo, dopo questo preambolo, riferirci a Rino Gaetano in quanto personificazione di ciò che abbiamo detto e, in particolar modo, ad una sua incredibile canzone, ritenuta il testamento di Rino Gaetano: La ballata di Renzo è la canzone in cui Rino Gaetano ha preannunciato la sua morte. 

La storia di La ballata di Renzo, canzone di Rino Gaetano sconosciuta fino agli anni 2000

La ballata di Renzo è una canzone incredibile di Rino Gaetano, passata alla storia soltanto negli ultimi anni e in grado di mettere i brividi per la lucidità con la quale il cantautore italiano affronta i temi della morte e dalla malasanità. Il brano non fu pubblicato in nessun album né come singolo, e venne ascoltato soltanto da pochissime persone, conoscenti e fidati dello stesso Gaetano.

Conosciuta soltanto a partire dagli anni duemila, la canzone inizialmente era intitolata “Quando Renzo morì io ero al bar”: nonostante quella che possiamo sia soltanto la seconda versione, la canzone contiene solo alcuni dettagli differenti rispetto alla versione originale.

La storia di quella volta in cui Rino Gaetano preannunciò la sua morte

E’ ovvio che, nonostante la denuncia che viene fatta all’interno della canzone, il brano stesso sia passato alla storia non per il messaggio che vuole comunicare ma per la testimonianza di una morte che sarebbe, poi, arrivata secondo le stesse modalità di quanto descritto.

Nel brano si parla di un uomo, Renzo, che si schianta con quella che viene definita – nella versione originale della canzone – una “grossa macchina”. Nonostante il conducente della stessa cerchi di curarlo, nessuno dei tre ospedali accettò Renzo (vengono menzionati il San Camillo, il San Giovanni e il Policlinico). Non solo: dopo la sua morte Renzo non riuscì ad essere seppellito al cimitero del Verano.

Benché sia stata scritta nel 1971, la canzone riesce ad anticipare incredibilmente quanto successo tra l’1 e il 2 giugno del 1982: quello che probabilmente fu un malore portò Rino Gaetano a schiantarsi contro un camion della frutta e a perdere la vita dopo aver sbattuto testa e petto contro un parabrezza. Per l’urto subito, il cantautore italiano avrebbe avuto bisogno di un reparto di traumatologia, che in nessuno tra gli ospedali chiamati era presente: Antonio Torres, il conducente del camion che cercò di salvare la vita a Rino Gaetano, si rivolse a ben cinque ospedali (tre dei quali furono quelli menzionati nella canzone), che si rifiutarono – o non poterono – di curare il cantautore italiano, che non morì sul colpo ma a seguito di incredibili sofferenze.

In un primo momento, addirittura, Rino Gaetano non venne seppellito al cimitero del Verano, in cui poté trovare pace e degna sepoltura solo grazie alla sua famiglia.

Rino Gaetano è stato ucciso? La teoria complottista basata su La ballata di Renzo

C’è chi ha evidenziato come, all’interno de La ballata di Renzo, non ci sia un’anticipazione della morte da parte di Rino Gaetano, ma le modalità esatte con le quali il cantautore italiano è stato ucciso. Secondo le teorie del complotto sono troppe le coincidenze tra la canzone e la realtà, e gli omicidi di Rino Gaetano sarebbero esponenti di una massoneria deviata e conosciuta come Rosa Rossa. 

Questa massoneria avrebbe applicato letteralmente quanto descritto nella canzone, secondo la legge del contrappasso dantesco, rendendo Rino Gaetano il Renzo della canzone da lui stesso scritta. Comunque la si voglia pensare, è certo che il brano del cantautore mette i brividi.  

 

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