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Le 5 canzoni più sottovalutate di Amy Winehouse

Quali sono le 5 canzoni più sottovalutate di Amy Winehouse? Partiamo subito a bomba con ‘Tears Dry on Their Own”. La melodia vocale e il testo di questa canzone sono stati composti da Amy Winehouse ma l’arrangiamento viene da un campionamento di classico successo Motown di Marvin Gaye e Tammi Terrell “Ain’t No Mountain High Enough”. In seguito Amy disse: “‘Tears Dry On Their Own’ è una traccia sulla rottura con Blake, il mio ex. Non avrei dovuto avere una relazione con lui perché era già coinvolto con qualcuno altro un po ‘troppo vicino a casa”. La canzone parla di quando ci siamo lasciati e ci siamo detti:” Sì, sei triste ma lo supererai”.

Conosciuta anche come “Money (No More Jazz n ‘Blues)”, questa slow jam è probabilmente la più antica canzone registrata da Amy Winehouse. Si tratta di una collaborazione che risale al 2001 con Edward Bigham avvenuta due anni prima del rilascio di Frank. Di fatto è una demo, non tanto una vera e propria canzone fatta e finita, in cui Amy Winehouse canta il suo desiderio di “buttare via i suoi soldi” e “spenderli veramente tutti su borse e scarpe”. Questo argomento lo avremmo poi ritrovato in un altro brano, “Trilby“. La sua interpretazione vocale, forse dovuto all’età, manca del fraseggio unico e del potere del sua storica vocalità, ma la traccia è uno sguardo affascinante su una diva che sviluppa il suo stile. Come suggerisce il titolo, due sono i suoi generi dominanti in questa fase iniziale, il jazz e il blues.

“You Always Hurt the Ones You Love”

All’inizio del 2011, la vita di Winehouse si era apparentemente stabilizzata abbastanza da poter riprendere a lavorare sul suo terzo album tanto atteso. Per i compiti di produzione aveva contattato Mark Ronson e Salaam Remi, che avevano anche supervisionato le sessioni di Back to Black. Remi ricorda: “Probabilmente ha finito il processo di scrittura poche settimane prima di morire. Per quanto ho potuto vedere, avevamo 14 canzoni. Qualunque cosa dovesse accadere, era proprio lì”. Probabilmente in questa serie di canzoni è stato incluso anche questo pezzo veramente toccante e molto sottovalutato.

L’introspezione di Winehouse spesso portava a testi profondamente personali pieni di intensità emotiva, ma a volte la sua ricerca interiore sfociava in un’esilarante autoironia. Questo spirito malvagio è al centro della scena nell’inedito “Trilby“. Mentre le canzoni future suggerirebbero dipendenze più gravi, questa traccia rende omaggio alla sua debolezza per lo shopping. “Beh, ho più scarpe di Carrie Bradshaw, più borse di quante ne potrei conservare”, canta insoddisfatta: “Voglio di più, di più, di più, di più, di più!” 

Con un titolo che colpisce cos’, che canzone può uscire? “Alcoholic Logic” attinge dalla stessa fonte musicale che avrebbe prodotto poi “Rehab“. Sebbene meno letterale del suo successo, i testi confrontano i suoi crescenti problemi di abuso di sostanze con la sua vita amorosa complicata e auto distruttiva. Nel 2005 aveva conosciuto il futuro marito Blake Fielder-Civil che avrebbe dato adito i suoi comportamenti più dannosi, tra cui droghe e episodi di autolesionismo. Queste sono le 5 canzoni più sottovalutate di Amy Winehouse

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