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Le canzoni più sottovalutate del Progressive Rock

Il Progressive Rock è tra i generi più eclettici ed apprezzati in assoluto. Questo, è principalmente dovuto al fatto che, nel corso degli anni, gli artisti più visionari e creativi hanno deciso di consacrare la propria carriera al genere, mettendo la firma su alcuni lavori dallo splendore straordinario. Ad oggi, il Progressive Rock raccoglie sotto la propria ala milioni di appassionati, dalle esigenze particolarmente mirate e ardue da soddisfare. Il Prog Rock nasce con la prerogativa di spingersi ben oltre i limiti dell’industria musicale, alla ricerca di sonorità innovative e di sfumature completamente nuove del proprio spettro artistico. Visto l’ammontare di pietre miliari presenti nel genere, alcune canzoni tendono a passare sotto ai radar dei meno attenti. In quest’articolo, abbiamo raccolto alcune delle canzoni più sottovalutate nella storia del Progressive Rock.

Jethro Tull –  Minstrel in the Gallery

Prodotto da Ian Anderson, Minstrel In The Gallery è l’ottavo album dei Jethro Tull da cui la traccia in questione è tratta. Parliamo di un brano nel pieno stile della band di Anderson. La prima parte della canzone, tesse un climax medioevale, tipico del sound di riferimento dei Jethro Tull. A metà brano, Minstrel In The Gallery svela la sua natura Hard Rock, con la chitarra di Martin Barre che elettrifica l’atmosfera con un riff in levare ricco di potenza e distorsioni.

Genesis – You Might Recall

You Might Recall avrebbe dovuto figurare nella track list di Abacab, del 1981. Purtroppo, la traccia fu scartata nelle fasi finali del disco, per poi essere inclusa in 3×3, l’anno successivo. Si tratta di una delle poche ballate scritte da Phil Collins, Rutherford e Banks, a presentare una struttura eclettica e ben definita. You Might Recall si basa su una ritmica affascinante in midtempo, mai scontata. Sebbene mantenga le sue atmosfere catchy a dispetto dell’età, You Might Recall è una delle canzoni Progressive Rock più sottovalutate di sempre.

PFM – The Lesson

Tratta da Emotional Tattoos del 2017, The Lesson è una traccia dalla strumentale aggressiva. Il brano, ricco di adrenalina, si apre con un giro di basso potentissimo a cui, a pochi secondi dall’inizio, si aggiungono sintetizzatori e chitarre elettriche. Emotional Tattoos fu il primo album della PFM a non contenere l’apporto di Franco Mussida alla chitarra. Ciò nonostante, The Lesson è un brano straordinario, dal climax moderno e dalla base istrionica e originale.

King Crimson – Easy Money

Da Larks’ Tongues In Aspic, del 1973, Easy Money viene da molti definita come la gemma nascosta dei King Crimson. La band di Robert Fripp si affermò sin dai suoi esordi come una delle principali protagoniste della corrente Progressive Rock. Nei loro anni d’oro, i King Crimson hanno dato vita ad alcuni capolavori straordinariamente evocativi e, tra questi, sarebbe impossibile non citare Easy Money. Si tratta di un brano estroso, dominato da una meticolosità formidabile a cui solo i King Crimson furono capaci di arrivare. Easy Money si basa su un giro d’accordi pressoché semplice. La sua struttura ritmica intricata e le finezze chitarristiche di Robert Fripp, però, lo rendono tanto elegante e completo quanto le produzioni più brillanti del gruppo. Easy Money è, sicuramente, una delle canzoni più sottovalutate nella storia del Progressive Rock.

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