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Le copertine che hanno fatto la storia del Rock

Il Rock è passato alla storia per essere un movimento culturale dalla forte iconografia. Il mondo della musica moderna deve molto a questo genere sotto gli aspetti grafici. Nel corso degli anni, infatti, il Rock si è affermato come il genere per eccellenza in cui l’occhio volesse la sua parte. Dalle attitudini degli artisti sul palco al codice vestiario che ogni subcultura tendeva ad assumere, arrivando fino alle copertine degli album Rock che possono sicuramente essere considerate come le più evocative e d’impatto nella cultura musicale dell’ultimo mezzo secolo.

Con le grandi band che hanno scolpito il proprio nome nella leggenda, sono arrivate anche le copertine che, ad oggi, sono rimaste fortemente impresse nell’immaginario collettivo, mettendosi al centro di scelte di mercato particolarmente efficaci. Dai grandi omaggi alle iconiche cover del passato, al costante riciclo di merchandising destinato alle masse, le immagini delle cover Rock più importanti sono, ormai, definite vere e proprie opere d’arte. In questa classifica, abbiamo deciso di elencare alcune tra le copertine che hanno fatto la storia del Rock, consapevoli del fatto che sarebbe praticamente impossibile raccoglierle tutte in un unico articolo.

5) The Rolling Stones – Sticky Fingers

Con Sticky Fingers, i Rolling Stones segnarono il loro debutto con la Atlantic Records. La label diede alla band completa disponibilità in termini economici per produrre la copertina dell’album come meglio credessero. Ideata da Andy Warhol, la cover di Sticky Fingers presenta una cerniera che, quando aperta, rivela un intimo maschile con il famoso logo della linguaccia, marchio di fabbrica dell’irriverente band di Mick Jagger. La leggenda vorrebbe il frontman degli Stones in copertina, ma in realtà si tratterebbe di uno degli associati di Warhol, nonostante la sua identità sia, a tutt’oggi, sconosciuta.

4) Nirvana – Nevermind

Nel 1991, i Nirvana si affermarono definitivamente come il simbolo di un’intera generazione di teenager. Quando Nevermind uscì, la band di Kurt Cobain finì sotto la luce abbagliante dei riflettori per restarci. Quella dell’album è sicuramente una delle copertine che hanno fatto la storia del Rock. Il bambino ritratto sulla cover, Spencer Elden divenne, inconsapevolmente, un punto fondamentale dell’identikit della musica moderna.

3) The Clash – London Calling

Fu la fotografa Penny Smith a scattare la foto che finì sulla copertina dell’album capolavoro dei Clash. Era il settembre del 1979 e il gruppo si stava esibendo  al Palladium di New York. Il bassista Paul Simonon andò su tutte le furie a causa dell’inattività del pubblico, distruggendo il suo basso in terra. La frustrazione di Simonon venne riflessa perfettamente nello scatto che fu scelto da Joe Strummer come cover di London Calling, nonostante la sua stessa autrice non lo apprezzasse. Ad oggi, il basso distrutto da Simonon viene custodito nella Rock And Roll Hall Of Fame di Cleveland, in Ohio;  come promemoria materiale dell’errore di sottostima della Smith.

2) The Beatles – Abbey Road

Quella di Abbey Road è una delle copertine che hanno fatto la storia del Rock per il forte simbolismo ed il mistero che la contraddistinguono. Per lungo tempo, infatti, i fan del quartetto di Liverpool più avvezzi al complottismo hanno creduto che, attraverso la cover, la band li avesse messi al corrente della morte di Paul McCartney avvenuta nel 1967 e del suo rimpiazzo con un sosia. Secondo gli appassionati, la copertina di Abbey Road avrebbe rappresentato il funerale della colonna portante dei Beatles a causa di una moltitudine di particolari ampiamente fraintesi. In realtà, i Fab Four si immortalarono all’uscita degli Abbey Road Studios il 28 agosto del 1969, regalando al mondo un pezzo di storia inestimabile. Quella di Abbey Road, oggi, è anche una delle copertine più tributate di tutti i tempi.

1) Pink Floyd – The Dark Side Of The Moon

Quella di The Dark Side Of The Moon fu la prima copertina dei Pink Floyd a rimanere impressa per sempre nella cultura di massa. Quando la band assunse, ancora una volta, gli studi della Hipgnosis per lavorare alla cover, Richard Wright suggerì loro di compiere un lavoro pulito ed incentrato sulla grafica, piuttosto che sulla fotogragia. Storm Thorgerson si ispirò alla foto di un prisma posto su una pila di spartiti musicali. Lo scatto era in bianco e nero, con il caratteristico fascio di luce che percorreva l’oggetto. Si trattò del trampolino di lancio per l’iconica e, a tutt’oggi, visionaria, copertina di The Dark Side Of The Moon.

 

 

 

 

 

 

 

 

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