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Live Aid: il jukebox globale | Uno dei più grandi eventi della storia

Il jukebox globale, che cos’è il Live Aid

Il 13 luglio del 1985 si tenne uno dei concerti rock più importanti della storia della musica: il Live Aid. Fu presentato come il “jukebox globale”, un vero e proprio evento in cui la musica era al centro di tutto, praticamente ovunque e in ogni modo possibile. In quello che è il 33esimo anniversario dell’evento, abbiamo deciso di servirci di un articolo per parlare di che cos’è il Live Aid, come e quando si svolse, e quali furono alcuni dei momenti salienti.

Innanzitutto la descrizione basica. Il concerto rock tenutosi il 13 luglio del 1985 non fu un semplice concerto: di trattò, più che altro, di una serie di concerti che si tennero, contemporaneamente o quasi, in diverse località del mondo. L’evento fu organizzato da Bob Geldof dei Boomtown Rats e Midge Ure degli Ultravox. Lo scopo del concerto era la raccolta fondi per fronteggiare la carestia in Eutopia. In effetti, il titolo stesso dell’evento richiama “Band Aid”, un supergruppo britannico (formato proprio dai due organizzatori) che performa per scopi benefici.

Le esibizioni si svolsero in diverse località: a Sidney e Mosca ci furono concerti minori. Le grandi esibizioni ci furono, invece, al Wembley Stadium di Londra e al JFK Stadium di Philadelphia. Il seguito televisivo fu incredibile: quasi due miliardi di telespettatori che assistevano da 150 paesi diversi.

Le esibizioni al Wembley Stadium di Londra

Le esibizioni al Wembley Stadium di Londra sono state molteplici, ma le più importanti sono state certamente quelle di Queen, David Bowie, Paul McCartney e U2. Il concerto inglese è stato apperto dagli Status Quo e poi proseguito da Elvis Costello, che ha eseguito “All You Need Is Love” dei Beatles. Si è trattata di un’esibizione suggestiva, dato che i Beatles erano certamente i beniamini di casa e il pubblico ha letteralmente accompagnato l’esibizione.

A proposito di grandi esibizioni al Live Aid, la migliore fu quella dei Queen, nonostante fossero incerti. Elton John, a tal proposito, dichiarò che  “quel giorno Freddie Mercury ha rubato la scena a tutti”. La band ha cantato Bohemian Rhapsody, Radio Ga Ga, We Are The Champions e We Will Rock You. Tutti brani famosissimi in cui il pubblico ha dato il proprio supporto battendo le mani prima (Radio Ga Ga), cantanto parola per parola poi (tutti gli altri brani).

Grande risposta c’è stata anche con Elton John e con l’esibizione di David Bowie, che ha dedicato Heroes a suo figlio. Quanto, invece, all’esibizione degli U2: essa fu caratterizzata da un atto curioso che riguardò Bono e una ragazza. Quest’ultima era schiacciata contro le transenne; Bono cercò di avvisare la sicurezza gesticolando ma, dato che non c’era nessuna risposta, decise di scendere egli stesso per estrarre la ragazza a passo di danza.

Infine l’esibizione di Paul McCartney, fortemente voluto dagli organizzatori per la rappresentanza dei Beatles. Paul McCartney accettò di partecipare al Live Aid ma la sua esibizione fu parzialmente rovinata da problemi tecnici. Il microfono rimase spento durante tutta l’esibizione di Let It Be, e nessuno (nè del pubblico, nè guardando in televisione) potè ascoltare l’esibizione.

Le esibizioni al JFK Stadium di Philadelphia

Quanto, invece, alle esibizioni al JFK Stadium di Philadelphia, innanzitutto bisogna parlare dei numeri: furono 90 mila gli spettatori. Tra le esibizioni ci fu quella di Phil Collins, che grazie al suo aereo supersonico si esibì sia a Londra che a Philadelphia, convincendo anche Cher (incontrata per caso sull’aereo) a partecipare all’esibizione finale di We Are The Wirld.

Alcune tra le altre esibizioni furono quelle di Black Sabbath e Bob Dylan. Per quanto riguarda i primi, si ritrovarono con la propria formazione originaria (con Ozzy Osbourne), suonando Paranoid, Children of the Grave e Iron Man. Il concerto fece pensare a una reunion dei Sabbath, che però non avvenne perchè Ozzy e Iommi presero strade differenti. L’esibizione di Bob Dylan fu invece spettacolare per via di un momento curioso: dopo aver dato, a Ron Wood, la sua chitarra (durante l’esibizione di Blowin’ in the Wind), si mise a suonare una chitarra immaginaria. Il gesto ricordò molto quello di Pete Townshend dei The Who.

Insieme alle altre, ci fu anche l’esibizione dei Led Zeppelin, pur senza Bonham che era ormai scomparso da 5 anni. Per sostituirlo ci fu bisogno di due batteristi, tra cui di Phil Collins che affermò che quell’esibizione fu un vero e proprio disastro. I Led Zeppelin non vennero neanche presentati in quanto tali, ma come “Plant, Page & Jones”.

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