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Lucio Battisti: la storia del cantautore attraverso le sue frasi

Anche oggi, così come abbiamo fatto ieri per Lucio Dalla, è importante ricordare uno dei più grandi cantautori italiani: Lucio Battisti. Oggi, il cantautore e compositore avrebbe compiuto 75 anni.

 

Della vita, dell’arte e delle parole del nostro Lucio conosciamo molto. Capiamo che definire una personalità così complessa ed eclettica è abbastanza complesso. Si rischierebbe di sfociare nella faziosità o in alcune considerazioni troppo affrettate, che non corrispondono a realtà. Per questo, oggi, cercheremo di ripercorrere alcune tappe fondamentali della vita di Battisti attraverso sue frasi. Tutte le frasi sono tratte dal libro “Emozioni” di Tullio Lauro e Leo Turrini.

Iniziamo con quella che è una sua grande passione, la chitarra. “Non faccio per vantarmi ma ce n’è pochi di chitarristi come me.”, dice il cantautore “E’ da quando avevo tredici anni che passo sei, otto ore al giorno alla chitarra”. lucio battistiEcco il primo punto rilevante: la bravura passa anche per l’applicazione.

 

Non è solo talento, non è solo il “dono” di cui si parla ad aver dato, a Battisti, tutta la sua qualità. Ciò non può che coincidere con’adolescenza diversa, rispetto a quella dei suoi coetanei. “I miei amici andavano a ballare, andavano a donne e io li osservavo e mi creavo un mondo tutto mio.” e ancora “quello che ho ottenuto l’ho ottenuto a denti stretti”.  Che ci volesse anche altro, però, lo sapeva anche lui. “Riuscire è un misto di volontà e fortuna”, diceva infatti.

Certamente, una grande passione come quella per la musica e per il canto non nasce casualmente. La prima grande rivelazione, per Battisti, fu “Bobby Solo a Sanremo, perchè quando cantò Una lacrima sul viso trovai che era veramente una cosa nuova.” Grandi ispirazioni per il compositore e polistrumentista ce ne sono certamente state.

 

“Mi piacciono Bob Dylan, Ray Charles, Donovan, i Beatles, gli Zeppelin. […] La mia formazione musicale la devo a loro.” La musica del reatino è stata, spesso, considerata come rivoluzionaria, perchè fuori dagli schemi, da quei canoni che caratterizzavano il cantautorato italiano. Eppure, egli si sentiva semplicemente “un pittore astratto”.

Il suo contributo alla musica è riuscito a trafiggere le consuetudini e anticipare ogni tipo di moda. Tutto, ovviamente, elaborato in chiave certamente non tradizionale. Proprio la tradizione è un cardine che merita di essere approfondito. “Il guaio è che in Italia ci sono ancora troppi cantautori alla Claudio Villa.” diceva il cantautore.

 

E’ evidente come il contributo di Battisti sia passato anche per la costruzione di una mentalità completamente differente. lucio battisti Citando Paolo Fabbri “non ha rappresentato i giovani. Li ha fatti.”

 

 A chi però gli sottolineata di essere impegnato, rispondeva “Ma che impegnato! Io sono disimpegnato, tranquillo proprio.” L’unico impegno che sottolineava di avere era proprio l’esercizio. “Questo ho insegnato a chi è più giovane di me: lavorare, lavorare e poi ancora lavorare”.

Andiamo al punto fondamentale del pensiero di Battisti, quello relativo al personaggio, al canto e agli artisti. “Credo che in generale i cantanti non abbiano bisogno della voce”, diceva. Il canto, quindi, diventa tutto un gioco di Emozioni, per l’appunto.

 

Celebre è la seguente: “siamo ancora legati alla strofa, alla rima […] Questa sudditanza dell’ascoltatore deve essere modificata. Partecipare alla musica e quindi vivere, ridere, soffrire, esprimersi, pensare e non subire.” lucio battistiPrima del cantautore, però, c’è l’uomo. “Sono un uomo come tutti gli altri. E credo di aver diritto a tenere la famiglia fuori dal mio lavoro. Non mi è mai piaciuta l’idea di cercare il successo con la lacrima e la vecchia mamma ammalata.”

Alla fine della fiera, ciò che è importante sottolineare il sigillo che Battisti ha lasciato. Non solo come cantautore, non solo nella canzone. Ma anche nel sociale, nelle menti e nei cuori. Del resto, come diceva, “chi comprerà i miei dischi si ricorderà di me senza l’aiuto di nessuno.”
Auguri, Lucio.

di Bruno Santini (Nefele)

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