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Perry Farrell: “Vi racconto del mio gesto stupido che David Bowie non mi ha mai perdonato”

Lo storico frontman dei Jane’s Addiction Perry Farrell ha rilasciato un’intervista alla rivista britannica New Musical Express. Nell’occasione, ha raccontato una particolare situazione che ha avuto con un’autentica icona della musica mondiale. Stiamo parlando addirittura di David Bowie, che è stato suo malgrado vittima di una sorta di raggiro involontario da parte dello stesso Farrell.

Un rapporto difficile tra Farrell e Bowie

Nel mese di giugno del 2019, l’artista statunitense ha prodotto il nuovo album Kind Heaven insieme a Tony Visconti, collaboratore anche del Duca Bianco. Nell’occasione, Farrell ha sottolineato alcuni aspetti particolari del suo rapporto con David Bowie. Il rapporto tra i due non è stato sempre entusiasmante, a causa soprattutto di una situazione alquanto particolare che si è verificata in un passato abbastanza remoto.

“Facevo sempre disastri da giovane, per questo ho avuto un rapporto drammatico anche con David Bowie.” Così esordisce Farrell nella sua lunga intervista. “Ho fatto diverse cose stupide. Ad esempio, ho lasciato una volta il mio telefono cellulare in un taxi. L’autista lo ha trovato e ha iniziato a parlare con David Bowie a nome mio”. È stato l’inizio di una sorta di supplizio per David, che aveva fin da subito iniziato ad insospettirsi dei messaggi strani a lui recapitati.

Il fastidio provato da David Bowie per quei messaggi

“Quell’autista – prosegue Perry – aveva iniziato a scrivergli in continuazione. Voleva entrare in contatto diretto con lui”. Il leader dei Jane’s Addiction ha così descritto le sensazioni avvertite da Bowie in una circostanza così particolare. “David non era arrabbiato, ma solo infastidito nei miei riguardi”. Tuttavia, la lezione per Ferrell non era bastato. Quando l’artista era stato contattato per attività di volontariato mirate alla salvaguardia delle acque, aveva avuto la brillante idea di inserire nel dialogo anche il Duca Bianco.

“Ho inviato la mail e David. Da lì in poi, circa 200 persone hanno risposto alla mia richiesta d’aiuto”. Il buon Perry non aveva fatto i conti con la funzione di copia nascosta presente nella casella di posta elettronica. In pratica, Ferrell aveva fatto accedere circa 200 persone all’e-mail privata di David Bowie. La risposta di quest’ultimo non si è fatta attendere, con il desiderio di quest’ultimo di sapere cosa il suo collega stesse facendo.

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