Nel vasto repertorio musicale dei Pink Floyd, Echoes occupa senz’altro un ruolo di primo piano. Si tratta della sesta traccia di Meddle, il sesto album inciso dalla storica band rock britannica. Questa suite ha una durata di circa 23 minuti e mezzo e viene considerata tra le più lunghe della storia della musica. Di seguito, scopriremo una versione del tutto nuova di questo capolavoro, spesso sottovalutato. Entrando nei particolari, ascolteremo questo brano nella sola chitarra del fenomenale David Gilmour, che in questo caso ha mostrato tutte le sue enormi qualità musicali.
Una chiave di lettura elementare per una canzone straordinaria
Molto probabilmente, Echoes è uno degli autentici picchi del percorso musicale di David Gilmour. Forse isolare un qualsiasi brano dei Pink Floyd potrebbe essere considerato un sacrilegio da parte dei puristi della musica rock. Tuttavia, la chance di poter apprezzare i riff ripetuti di un genio così straordinario può risultare imperdibile. Certo, si tratta di una chiave di lettura piuttosto elementare di un brano leggendario, un’opera d’arte che va ben al di là di un semplice concetto musicale.
Ad ogni modo, Roger Waters ha parlato di questa canzone come di una descrizione del “potenziale degli esseri umani di riconoscere l’umanità degli altri e di interagire con la stessa, ostentando più empatia che antipatia”. Con un’introduzione del genere, l’ascolto di una simile composizione può risultare meraviglioso in tutte le sue forme. Ciò vale ancora di più se si pensa che il brano è nato come un omaggio a Terry Riley e alle sue straordinarie composizioni di chiaro stampo minimalista.