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Pink Floyd, “The Trial”: la caduta di Pink nella follia

Molti degli album dei Pink Floyd sono caratterizzati da un filo conduttore che si snoda tra le tracce, raccontando una vera e propria storia. Le tracce insomma, diventano come dei mattoncini della storia stessa ed è una delle definizioni che più potrebbe avvicinarsi al famoso album dei Pink Floyd: The Wall. Com’è ben noto questo album si concentra su una persona, Pink, che si ritrova a scivolare nella solitudine e nella follia a causa di tutto ciò che gli è successo. Implicate sono anche persone come la madre, troppo pesante oppure la scuola o la ex moglie. Una serie di figure e di eventi allora che portano il nostro protagonista a rinchiudersi all’interno di un muro metaforico, che per lo stesso è molto reale. In quest’album è contenuta anche la traccia “The Trial” con la quale i Pink Floyd raccontano uno della salute mentale di Pink.

La traccia che precede “The Trial” e quella che segue

Proprio perché The Wall è un concept album è bene capire cosa ogni singola traccia racconta e di cosa si fa portavoce. “The Trial” ha sia una traccia che la precede che una che la segue e si trova nel quarto lato dell’opera, ormai sul finire. La canzone che precede s’intitola “Stop” mentre la successiva “Outside The Wall“. “Stop” è una delle tracce più lucide di tutta l’opera. Questa canzone infatti racchiude una presa di consapevolezza da parte del protagonista che comprende finalmente come tutto sia una scelta e come ognuno sia libero di decidere di agire e di conseguenza, gestire l’esito delle sue azioni. Ecco perché urla “stop” alla sua parte dispotica. La canzone successiva invece si rifà alle barriere e funge da riepilogo tematico dell’album. Ogni individuo ha il compito di evitare l’innalzamento di barriere e deve piuttosto cercare di abbatterle, qualunque sia la loro vera natura. 

The Trial: verso la follia dichiarata?

Crazy…toys in the attic I am crazy,
Truly gone fishing.
They must have taken my marbles away.”

Quello che Pink sta affrontando a questo punto è un processo, come da titolo. E’ come se la canzone fosse il bilancio dei risultati di Pink, tormentato da tutto ciò che è stato. E’ lo stesso Pink ad auto dichiararsi pazzo, cosa che sorprende. E’ anche però una canzone fondamentale per lo snodarsi dell’intera vicenda, perché è qui che finalmente il muro cade; quel muro che era stato costruito dall’inizio dell’album e che ha occupato quasi la sua interezza. Inoltre il punto di vista questa volta non è di Pink, è esterno. Stessa cosa avviene per la traccia successiva, prima citata. “The trial” dei Pink Floyd che prende le forme di un vero e proprio processo con testimoni e giudice è la fine dello snodo narrativo delle vicende, alla quale seguiranno solo altre due tracce.

Pink in questo brano si confronta con tutti quelli che sono stati influenza primaria nella sua vita: dal maestro, alla moglie e ovviamente la madre. Pink verrà condannato e alla fine gli verrà chiesto di abbattere la parete.

 

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