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Quella volta che la stampa italiana umiliò i Beatles

Il rapporto del rock con l’Italia è sempre stato piuttosto difficoltoso, anche e soprattutto a causa di un atteggiamento da parte della critica e della stampa italiana che ha portato a sottovalutare la portata di diverse realtà musicali e artistiche. Non è un caso che, forse con troppa superficialità, la stampa italiana bollò come negativi i Beatles, sottovalutando e umiliando la grande prestazione che la stessa formazione britannica aveva offerto all’interno della prima e unica tournée realizzata in Italia, nel 24 giugno del 1965. Si trattò, in quel caso, del concerto dei Beatles al velodromo Vigorelli di Milano, bollato dalla stampa italiana come incredibilmente negativo e deludente per la formazione britannica. Vogliamo parlarvi di quel giudizio incredibilmente negativo che la stampa italiana diede ai Beatles, umiliando la band a seguito del proprio concerto in Italia.

Il concerto dei Beatles in Italia

Prima di prendere in considerazione le parole che vennero utilizzate da parte della stampa italiana per sottovalutare e umiliare il concerto dei Beatles avvenuto alle 21:30 del 24 giugno del 1965 al velodromo Vigorelli di Milano, vogliamo dapprima parlarvi, seppur brevemente, di questo concerto stesso. L’esibizione dei Beatles venne aperta da Peppino di Capri, che funzionò da preludio per il concerto di 4 sconosciuti all’interno del pubblico italiano che furono introdotti la Paul McCartney, che salutò brevemente il pubblico di Milano poi presentando la band.

Successivamente, la formazione del vita ad un concerto basato su 12 classici del proprio repertorio, che saranno poi ripetuti nella tappa a Genova del 26 giugno e in quelle di Roma, del 27 e 28 giugno. In totale, in quella specifica esibizione, i Beatles ottennero un responso di 26000 persone, di cui 7 mila il pomeriggio e 19 mila la sera. Per quanto si trattasse di numeri che, sera portati al successo inglese, sembrarono non essere di grande successo per i Fab Four di Liverpool, non si può certamente dire che il concerto dei Beatles sia stato negativo, considerando il primo impatto con un pubblico che sicuramente non conoscevano. Per questo motivo, possiamo definire le parole utilizzate dalla stampa com’è inutilmente incresciose rispetto alla caratura artistica e musicale della formazione inglese.

Le dichiarazioni della stampa italiana dopo il concerto dei Beatles

Ad utilizzare toni sprezzanti nei confronti dei Beatles fu soprattutto Alfonso Madeo, che dichiarò quanto segue: “Che delusione quest’arrivo dei Beatles a Milano: proprio non valeva la pena che si mobilitassero tanti fanatici per tributare ai cavalieri dell’urlo il primo applauso italiano. Saranno state duemila persone, uomini e donne, tutti molto giovani, zazzeruti, accaldati, frenetici e pronti alla bagarre per stringersi intorno ai loro idoli. I Beatles li hanno giocati con un trucchetto banale (…) Il treno da Lione, sul quale erano attesi gli “scarafaggi”, era atteso al marciapiede 16 per le 23.30. Poco dopo mezzanotte, l’altoparlante ha avvertito che il Lione era arrivato al marciapiede 3. La folla ha avuto un sussulto, c’è stato un gran correre di marciapiede in marciapiede, qualcuno è caduto, qualche altro è finito dritto filato al commissariato: tutto inutile. Quando i primi hanno raggiunto il traguardo, i Beatles avevano fatto perdere le tracce.”

E ancora: Ecco un campionario di domande e risposte. Serviranno a far capire chi sono questi Beatles…Vi considerate ragazzi felici? «Molto felici». Cos’altro vi aspettate dalla vita? «La possibilità di dormire molto». Se vi accorgeste di perdere i capelli? «Ricorreremmo alle parrucche». Per quanto tempo prevedete di stare sulla cresta dell’onda? «Finché dura. Durerà parecchio». Pensate che esista qualcuno più grande o più importante di voi? «La regina». Ammirate Shakespeare almeno? «Certo, è inglese. Però lui non ha venduto tanti dischi».

E infine: “Tre ragazzine fanno a pezzi una fotografia dei ragazzi di Liverpool, ne ingoiano i frammenti. Una, lassù, è colpita dalla tarantola. Si grida, si balla e si grida. L’eccitazione sale e diventa follia collettiva: ammaccatura, bailamme, stordimento, convulsioni. Un gruppo di giovani si strappa la camicia di dosso. Una biondina si rotola su se stessa. Tutti scuotono la testa, agitano fazzoletti, battono le mani (…) Le più giovani hanno invocato il nome di Paul, il bellino”

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