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Red Hot Chili Peppers, la storia di una delle esibizioni più brutte della band (VIDEO)

La carriera di una band o di un artista è sicuramente composta da tantissimi momenti memorabili. Ma, in mezzo a esibizioni leggendarie e concerti immortali, trovano posto anche episodi poco lusinghieri, che rischiano magari di segnare per sempre un gruppo. E’ il caso dei Red Hot Chili Peppers ad esempio, che in occasione dell’apparizione al Saturday Night Live nel 1992, si mostrarono al pubblico nella peggior esibizione della loro carriera. Tutta colpa dell’eterno indeciso, John Frusciante.

JOHN FRUSCIANTE, ADDII E RITORNI: LA STORIA CON I RED HOT CHILI PEPPERS

John Frusciante, talentuoso e brillante chitarrista statunitense, è tanto famoso per la sua musica quanto per i continui ritorni nella formazione dei Red Hot Chili Peppers. Entra per la prima volta nella band di Anthony Kiedis e Flea nel 1989 – come sostituto del compianto Hillel Slovak, scomparso l’anno precedente – salvo poi uscirne nel 1992.

Da quel momento inizierà la sua personale battaglia e il suo calvario con una dipendenza da sostanze stupefacenti. Ma anche, la travagliata storia con i RHCP – dai quali entra ed esce più volte. Torna tra le fila della band californiana nel 1998 infatti, dopo essersi disintossicato, e se ne riesce nel 2009. Solo di qualche mese fa, la notizia del suo atteso e insperato ritorno nei Red Hot Chili Peppers – al posto di Josh Klinghoffer.

RHCP, FLEA PARLA DELLA SCELTA DI JOHN FRUSCIANTE NEL 1989

Nel 1988 dunque, scompare tragicamente Hillel Slovak, chitarrista e membro fondatore dei Red Hot Chili Peppers. Gli altri componenti si mettono subito alla ricerca di un musicista che possa sostituirlo, e la scelta ricade sul giovane John Frusciante.

Nel libro di Jeff Apter, del 2004 – dal titolo Fornication: The Red Hot Chili Peppers StoryFlea dirà a riguardo: “Aveva molto talento e conoscenza musicale. Sapeva tutte le cose che io non so. Io non so praticamente nulla di teoria e lui l’aveva studiata fino alla morte, fuori e dentro. Era un musicista molto disciplinato – tutto quello di cui gli importava erano la sua chitarra e le sue sigarette”.

JOHN FRUSCIANTE, IL SUCCESSO CON I RHCP E IL CROLLO

Dopo la pubblicazione di Blood Sugar Sex Magik nel 1991, i Red Hot Chili Peppes vengono catapultati improvvisamente sulla cresta dell’onda. E John Frusciante si trova di fronte alla sua totale incapacità di gestire il successo. Il disprezzo della notorietà e il crescente abuso di sostanze stupefacenti, lo portano vicino al crollo.

“John diceva “Siamo troppo famosi. Non ho bisogno di stare a questo livello di fama. – racconterà anche Anthony Kiedis, nella sua autobiografia, Scar TissueSarei orgoglioso di suonare questa musica anche nei club come facevate voi due anni fa”. 

RED HOT CHILI PEPPERS, LA PEGGIOR ESIBIZIONE DELLA BAND

La crisi di John Frusciante arriva ad un punto tale che, durante il tour promozionale per Blood Sugar Sex Magik, si allontana sempre più dai suoi compagni di band. E’ sempre Kiedis a raccontare di come i due nemmeno si parlassero più o salutassero quando si incontravano. La situazione arriva ad un punto di rottura nel 1992, in occasione dell’esibizione de Red Hot Chili Peppers al Saturday Night Live.

Già dai primi minuti, lo stato alterato e disinteressato di John Frusciante è evidente. Il chitarrista è come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Dopo che Anthony Kiedis lo colpisce con un calcio – intenzionale o non intenzionale che fosse – la band attacca con Under Bridge e la situazione precipita. Frusciante suona intenzionalmente male, fuori ritmo, apparentemente per confondere il cantante nella sua parte vocale. E quando arriva la sua parte – il controcanto – si lascia andare ad una sorta di ululato isterico, invece che cantare le parole del testo.

ANTHONY KIEDIS RICORDA L’ESIBIZIONE AL SNL DEL 1992

“Non so che canzone stesse facendo o che chiave stesse usando. – ricorda Anthony Kiedis nella sua autobiografia Scar TissueSembrava che stesse in un altro mondo. Eravamo live in televisione di fronte a milioni di persone ed  è stata una tortura. […] Ho avuto l’impressione di essere stato pugnalato alle spalle […] Credo che lo abbia fatto di proposito, solo per crearmi problemi”.

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