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Tutto quello che non sapevi su Lucio Battisti

Lucio Battisti è senz’altro uno dei cantautori italiani più amati in senso assoluto. Nato a Poggio Bustone, nei pressi di Milano, nel 1943 e vissuto per diversi anni a Roma, ha attraversato quattro decenni di musica italiana con classe ed eleganza. La sua voce sofferente e profonda è entrata nel nostro immaginario collettivo ed è molto difficile da dimenticare.

Eppure, ogni artista ha dietro una storia interessante da raccontare, con tanti aneddoti poco conosciuti dal pubblico. Abbiamo scelto di inserire 5 curiosità sul percorso artistico e personale di Lucio, in modo da poter ricordare un cantante straordinario così come ha sempre meritato. Ecco tutto quello che non sapevi sul grande Battisti.

1. La chitarra che il papà ruppe in testa a Lucio Battisti

Fin da giovanissimo, Lucio Battisti era un grande appassionato di musica e voleva concentrarsi sullo studio della chitarra. Dopo un periodo di sosta, la predilezione riemerge nel 1961 e porta il giovanotto a lasciare gli studi presso l’Istituto Tecnico Industriale Galileo Galilei in secondo piano. Al papà Alfiero la decisione non va a genio. Secondo diverse fonti, l’uomo avrebbe persino rotto una chitarra in testa a suo figlio, per convincere in maniera veemente quest’ultimo di conseguire almeno il diploma. Non ci sono conferme in merito, ma si sa che Lucio decide di stringere un patto con suo padre, che preveda il conseguimento della licenza scolastica in cambio dell’esenzione dal servizio militare. Ed è andata a finire proprio così, con Battisti che avrebbe continuato a fare musica.

2. Il primo incontro poco soddisfacente con Mogol

Tutti sanno che Lucio Battisti ha collaborato per buona parte della sua carriera con il paroliere Giulio Rapetti, in arte Mogol. Eppure il primo incontro tra i due, risalente al 1965, non si conclude al meglio. Il compositore ha raccontato di non essere rimasto molto impressionato dal giovane musicista e dai brani da lui scritti. Tuttavia, ha apprezzato fin da subito la sua massima umiltà e l’intenzione di migliorare le proprie capacità. Fino ad arrivare a tal punto di minacciare le dimissioni dalla sua casa discografica RicordiMogol ha vinto quella battaglia e il suo sodalizio con Lucio è andato avanti fino alla fine degli anni ’70 a causa di divergenze artistiche.

3. La grande passione per Totò

Forse non tutti sanno che Lucio Battisti nutriva una forte passione per diverse star del cinema italiano, tra le quali spiccava il Principe della Risata, Totò. L’ingegnere del suono Gaetano Ria, che ha collaborato con Lucio per diversi dischi, fu convinto da lui stesso ad andare al cinema per una settimana intera, verso le 4 di pomeriggio. Il motivo è ovvio: andare a vedere una rassegna con tutti i primi film del grande Antonio De Curtis. Battisti apprezzava molto anche la comicità di Franco e Ciccio.

4. Una relazione sentimentale creata “ad hoc”

Lucio Battisti non ha mai amato stare sotto gli occhi dei riflettori. I gossip non hanno mai fatto per lui, ma alcuni rumors lo hanno visto protagonista nel 1968. Infatti, in quella occasione, la stampa italiana ha parlato di una possibile relazione sentimentale tra il cantautore e la collega britannica Julie Driscoll, con tanto di servizio fotografico. La coppia era seduta in un bar insieme agli altri membri della band dei Trinity, dei quali faceva parte la Driscoll, e a Brian Auger. Tuttavia, era solo una news creata “ad hoc” dalla casa discografica Ricordi per puri fini commerciali. Infatti, i due, erano tra i papabili per prendere parte alla successiva edizione del Festival di Sanremo.

5. Una morte avvolta ancora nel mistero

Lucio Battisti scomparve tragicamente il 9 settembre 1998, quando aveva 55 anni. Tuttavia, ancora oggi, non si conoscono le vere cause della sua morte. La famiglia non ha mai voluto mostrare il bollettino medico relativo al suo decesso. Si sa solo di condizioni di salute molto complicate, ma non si è mai capito quale fosse la malattia del cantante. Tra le voci più diffuse, un tumore al fegato o una patologia ai reni. Il funerale dell’artista si tenne a Molteno, una cittadina in provincia di Lecco, e vide la presenza di solo 20 persone, tra le quali il caro amico Mogol.

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