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Nirvana, il primo incontro di Kurt Cobain con Dave Grohl

La storia dei Nirvana inizia ben prima che Dave Grohl faccia il suo ingresso nella formazione. Nel 1985 Kurt Cobain, abbandonato il tetto paterno, inizia a vivere sotto i ponti. Una vita di strada, ai bordi della società, che sarà il soggetto di Something in the Way. Ad Olympia fonda i Fecal Matter e registra – tra le altre – una canzone che confluirà in Bleach, Downer. In quel periodo, girovagando per le strad, Kurt incontra per la prima volta Krist Novoselic con il quale fonda i Sellouts – Kurt siede dietro la batteria.

Nirvana, il primo batterista Chad Channing

Dopo un periodo passato tra feste selvagge e party fuori controllo, in cui Kurt Cobain e Krist salgono sul palco ubriachi fradici cercando di fare musica, accadono due eventi che toccano profondamente il giovane Cobain. La Sub Pop Records, l’etichetta discografica di Seattle che più di ogni altra diffuse il Grunge, pubblica Dry as a Bone dei Green River. A Tacoma una giovane donna viene rapita e violentata, fornendo al leader dei Nirvana le suggestioni del grande successo Polly.

Kurt e Krist girovagano di evento in evento con un certo Aaron Burckhard dietro la batteria. Ma la cosa non funziona. Aaron lascia la formazione a causa del ritmo massacrante delle prove. “Cercasi batterista serio. Stile underground Melvins, Zeppelin, Black Flag. Versatile di brutto. Kurdt 52-0992” è l’annuncio che Kurt e Krist pubblicano su Rocket, la principale rivista punk di Seattle. Nel 1988 compare per la prima volta il nome Nirvana, con il primo batterista della formazione Chad Channing.

Primo incontro Dave e Kurt, 21 Settembre 1990

Nel 1990 Dave Grohl, dopo aver abbandonato gli Scream vola a Seattle per sostenere un provino con i Nirvana. Kurt Cobain nel frattempo ha licenziato Chad Channing e trova che Dave sia bravo, soprattutto nelle doppie voci. Il loro primo incontro non ha molto dell’ufficiale e del serio, come del resto ci si potrebbe aspettare da tipi del genere. Kurt non è la figura ombrosa e perennemente malinconica che la leggenda ci ha trasmesso, un reietto ghettizzato dalla droga. E’ anzi un ragazzo gentile, estremamente sensibile, che ama scherzare.

Quando Dave Grohl scende dall’aereo la sua batteria è con lui, dentro a dei sacchetti di plastica come quelli che si usano per fare la spesa. Ha una mela in mano e la porge a Kurt, nel tentativo di fare una buona impressione. L’altro, dal canto suo, si rabbuia tutto ed esordisce con “mi fa sanguinare le gengive”. Poco dopo, quando Dave è ormai ufficialmente nella formazione, si trasferisce a vivere a Olympia, nella casa del cantante dei Nirvana. Non ha una sua stanza ma dorme su un divano, 30 centimetri più corto del suo corpo, e con la vasca delle tartarughe sulla testa.

La convivenza di Dave Grohl e Kurt Cobain è strana ma forse non troppo per due come loro. Non sanno cucinare, così vivono di pizza e cibo surgelato. La casa è letteralmente invasa dai quadri che Kurt ha ripreso a dipingere e da tutte le bambole che ama modificare. Nel tempo libero si divertono a sparare con un fucile a salve verso il palazzo abbandonato di fronte. Trascorrono ingenuamente e inconsapevolmente un periodo in cui il loro successo sta montando come un’onda ed è pronto a sommergerli.

Dave Grohl ricorda Kurt Cobain

Per anni lo storico batterista dei Nirvana – e attuale frontman dei Foo Fighters – si è trovato a dover rispondere a domande sulla sua carriera e su Kurt Cobain. Dave Grohl ha sempre ammesso di far ancora fatica ad ascoltare le canzoni dei Nirvana. “Per me è molto personale. Ricordo tutto di quei dischi – ha confessato – ricordo i pantaloncini che indossavo o che nevicava quel giorno”.

Dopo la tragica morte di Kurt Cobain, avvenuta a Seattle il 5 Aprile 1994, il frontman dei Foo Fighters ha smesso di ascoltare la musica legata al gruppo e si è allontanato dall’ambiente. “I Nirvana per me sono stati una rivoluzione personale. Avevo 21 anni. […] Pensavo di sapere tutto. E stare nei Nirvana mi ha mostrato quanto poco sapessi davvero – continua Dave Grohl, seguendo il filo dei ricordi – quelle esperienze sono diventate un fondamento e una base su come sopravvivere”.

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