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La storia di “Rocket Man”, l’immortale successo di Elton John

L’ispirazione è impossibile da prevedere. Il paroliere Bernie Taupin si trovava su una strada inglese all’inizio degli anni settanta, quando i primi versi di una delle canzoni più longeve di Elton John, Rocket Man (I Think It’s Going to Be a Long, Long Time), gli si formarono improvvisamente nel cervello. “Le prime due righe di Rocket Man mi vennero in mente mentre stavo guidando“, raccontò Bernie Taupin a Rolling Stone nel 1973. “Quando tornai a casa, avevo già tutta la canzone in testa. Ero famelico; dovevo scrivere tutto, prima che me la dimenticassi“.

Il 6 maggio del 1972 venne lanciato il singolo Rocket Man (I Think It’s Going to Be a Long, Long Time). In attesa del biopic su Elton John dall’omonimo nome, che atterrerà nelle sale cinematografiche italiane il 30 maggio 2019, ecco la storia dietro l’indimenticabile brano.

La storia di “Rocket Man”, l’immortale successo di Elton John

Oggigiorno sembra impossibile pensare che qualcuno possa dimenticare un pezzo come Rocket Man, uno dei pezzi più iconici nati dalla collaborazione fra Elton John e Bernie Taupin. Uscita come singolo di lancio dall’album del 1972 Honky Chateau, la canzone raggiunse la seconda posizione nelle classifiche britanniche e la sesta in quelle statunitensi. Arrivò sulle scene musicali quando la mera idea di un uomo razzo riusciva a catturare l’immaginazione popolare.

Gli Stati Uniti eseguirono la loro prima missione sulla luna con l’Apollo 11, era il 20 luglio del 1969, quando l’astronauta Neil Armstrong diventò il primo uomo a mettere piede sul suolo lunare. L’ultima missione spaziale fu nel 1972. In quei tre anni, arrivano altrettanti iconici brani ambientati in un viaggio fra le stelle: Rocket Man di Elton John, Space Oddity di David Bowie e Spaceman di Harry Nilsson. Space Oddity uscì dieci giorni prima dell’allunaggio, e fu proprio la canzone del Duca Bianco ad ispirare Bernie Taupin durante il suo viaggio in macchina.

La gente, sfortunatamente, tende a paragonare Rocket Man a Space Oddity“, raccontò in un’intervista Bernie Taupin al canale YouTube John nel 2016.Ma, in realtà, fu ispirata da uno scritto di Ray Bradbury, tratto dal suo libro di storie scientifiche Il Gioco dei Pianeti. In esso c’era un racconto chiamato The Rocket Man, che ritraeva l’astronauta come un lavoro che in futuro sarebbe diventato una professione di tutti i giorni, come il cameriere o l’impiegato d’ufficio. Così presi quell’idea e la sviluppai nella canzone“.

L’ispirazione di Rocket Man e come è stata realizzata la canzone

Come sempre, la melodia arrivò per Elton John in un battibaleno. Esso trascorse l’intero mese di gennaio del 1972 allo Chateau d’Herouville, in Francia, con Bernie Taupin e la band a incidere Honky Chateau. Tutte le mattine il musicista britannico si sedeva al pianoforte nella sala per la colazione, e cominciava a suonare. Taupin, che si trovava nella sua stanza al piano di sopra, scriveva i testi. In trenta minuti, Rocket Man, e altri classici, erano completi. Nei pomeriggi invece ci si spostava in sala registrazione. Con il loro modus operandi, il duo scrisse nove brani in soli tre giorni.

La musica, per me, viene sempre prima di tutto“, dichiarò Elton John a Mojo in un’intervista del 1997 su Honky Chateau. “La musica può esprimere veramente tutto, se glielo permetti. Per Rocket Man non è stato difficile trovare una melodia, perché è una canzone sullo spazio, quindi tranquilla e ampia“.

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