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Roger Daltrey: “la morte di Keith Moon mi fa sentire ancora in colpa”

Roger Daltrey fonda gli Who nel 1964. Il cantante del gruppo spiega come la band si sia distrutta nel periodo più nero della vita del batterista Keith Moon, vittima di un abuso eccessivo di alcool e sostanze stupefacenti. Roger Daltrey rivela di provare ancora un forte senso di colpa per non aver aiutato l’amico ad uscire dal tunnel nel quale era relegato, impedendogli di morire. Nel corso di un’intervista abbastanza recente, il frontman spiega: “Eravamo tutti impegnati a guardare Keith che si autodistruggeva. Ho sentito un dolore inimmaginabile. All’epoca, nessuno di noi sapeva molto di riabilitazione. Non conoscevamo le comunità di recupero, gli alcolisti anonimi o i gruppi d’ascolto in cui poter chiedere aiuto”.

Roger Daltrey ha sempre evitato di abusare di droghe o bevande alcoliche per poter proteggere la sua voce. Essendo, quindi costretto ad assistere, impotente, alle dissolutezze che John Entwistle e Pete Townshend proponevano a Keith Moon. Daltrey prosegue spiegando che la gestione della band sia fallita con la morte del batterista e che, purtroppo, si sarebbe ben presto aspettato una chiamata in cui sarebbe stato avvisato della tragedia. È il 7 settembre del 1978, Keith Moon ha solo 32 anni quando rimane vittima di una overdose, letale quanto accidentale, di droghe e sedativi.

Roger Daltrey vuole girare un film sulla vita di Keith Moon

Roger Daltrey ha colto l’occasione per ribadire la sua volontà di girare un film sulla vita dell’amico scomparso. “Keith sembrava avere nove vite – ha continuato Daltrey – ha rischiato di morire talmente tante di quelle volte che ormai pensavamo sarebbe riuscito a scampare a qualsiasi cosa, ma un giorno non l’ha fatto. Un film su di lui dipende dalla volontà di qualcuno di pianificarlo come si deve insieme a me. Se mi sedessi per sei settimane con uno scrittore qualificato, riuscirei ad esprimere le mie idee a pieno. In questi anni ho avuto modo di riflettere su ogni particolare della trama affinché gli rendesse giustizia”.

Il cantante ha proseguito affermando di aver rifiutato diverse possibili sceneggiature nel corso del tempo; tra cui una che includeva l’attore Mike Myers nei panni dell’immenso batterista. Secondo Roger Daltrey, infatti, la sceneggiatura dovrebbe essere scritta da uno dei membri della band visto che, il modo con cui Moon si approcciava alla batteria era uno dei motivi principali per i quali gli Who sono entrati nella storia. “Era chiaro sin dal primo giorno in cui Keith è entrato nel gruppo. Ogni brano che avevamo suonato fino ad allora, divenne completamente diverso dopo averci messo il suo contributo. La sinergia nella band era totalmente cambiata”.

All’epoca, il batterista si era appena ricongiunto con gli Who, in Inghilterra, dopo una lunga pausa a Malibu per registrare “Who Are You” e per prendere parte alla realizzazione di “The Kids Are Alright”. Keith Moon è vissuto abbastanza a lungo per assistere ad alcuni spezzoni dei filmati di Kilburn per il documentario, risultandone scontento. L’effetto psicologico che i fotogrammi ebbero sul batterista fu davvero enorme. “Vedendo ciò che era diventato, – spiega Daltrey – rimase fortemente deluso, non era una bella cosa.  Poi gli dicemmo che l’avremmo rimesso in forma e che avremmo fatto tornare in pista Pete Townshend. Purtroppo, però, non è vissuto abbastanza a lungo”.

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