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Il segreto della copertina di Presence, il settimo album in studio dei Led Zeppelin

Pubblicato a seguito di Physical Graffiti, Presence rappresenta un album piuttosto particolare nella carriera e nella discografia dei Led Zeppelin. Il motivo è presto spiegato: in tante occasioni i Led Zeppelin sono stati in grado di realizzare dei veri e propri capolavori artistici, si pensi al grandissimo successo e alla fama mondiale che hanno ottenuto a seguito delle pubblicazioni del sopraccitato album e, ovviamente, di Led Zeppelin IV. Allo stesso tempo però a questi album stato affiancata anche la pubblicazione di altri prodotti che potrebbero essere considerati come minori ma che, lo stesso tempo, caratterizzano il vero e proprio successo della band e uno sguardo totale e globale ai meccanismi artistici, concettuali e ideologici della band stessa. Vogliamo dunque parlarvi di Presence, non soltanto come prodotto e settimo album in studio dei Led Zeppelin, ma anche e soprattutto attraverso la sua misteriosa e segreta copertina.

La realizzazione di Presence, il settimo album in studio dei Led Zeppelin

I fan dei Zeppelin sanno che la realizzazione di Presence rappresenta un vero e proprio unicum nella storia della formazione britannica, dal momento che, nonostante ci si trovi all’interno di un momento di sostanziale crisi a seguito di quegli incidenti che hanno messo a repentaglio la salute dei membri della band, questa crisi potrebbe essere considerata come nulla se confrontata a quella degli anni a venire, con la morte del figlio di Robert Plant e soprattutto con quella di John Bonham, che porrà fine alla carriera dei Led zeppelin.

In un clima di limbo, così come lo si potrebbe intendere, Presence rappresenta un gioiello che riesce a sfidare le difficoltà. Realizzato sotto l’etichetta della Swan Song Records, Presence è stato in grado di vincere il disco d’oro e di ottenere il primo posto nelle classifiche di vendite degli Stati Uniti già a partire dall’aprile del 1976, cioè esattamente un giorno dopo la sua pubblicazione. In totale, all’interno del contesto statunitense l’album otterrà 3 dischi di platino, con oltre 3 milioni di copie vendute.

Nonostante il grande successo mediatico, che si è osservato fin dal primo momento in cui il disco è stato pubblicato, la critica non ha accolto positivamente l’album, ritenendolo una caduta di stile rispetto alle precedenti pubblicazioni che erano state superlative. Si può però pensare che la critica non abbia tenuto conto del periodo particolarmente turbolento del gruppo che, comunque, ha deciso di portare a termine la realizzazione di un album in studio.

La copertina misteriosa di Presence e l’oggetto segreto

Se c’è un motivo per cui vale la pena ricordare Presence, il settimo album in studio realizzato dai Led Zeppelin, non è soltanto quello che riguarda la sua qualità, ma anche e soprattutto la copertina dell’album.

In effetti, la copertina di Presence è piuttosto misteriosa e segreta, dal momento che presenta un oggetto particolare che è stato chiamato dagli stessi Led Zeppelin come The Object. Si tratta, in soldoni, di un obelisco posto al centro della copertina è che tutti osservano con uno sguardo stranito. Nel corso degli anni si è cercato di dare un’interpretazione a questo obelisco, nel cercare di capire essenzialmente che cosa volesse raffigurare e partendo sicuramente dal presupposto che si trattasse di un messaggio metaforico o quantomeno allegorico; pertanto, in tanti hanno avanzato l’ipotesi che si trattasse semplicemente della rappresentazione ironica di una forma fallica, dal momento che gli stessi le Zeppelin non sarebbero stati nuovi a una rappresentazione di nudità dopo ciò che era stato mostrato anche all’interno della copertina di Houses Of The Holy, poi censurata da Facebook proprio per questo motivo.

Eppure, si tratta di una spiegazione troppo semplice data la complessità dei Led Zeppelin, ed è per questo motivo che in molti ci hanno visto un motivo esoterico, in linea con tutte quelle accuse di satanismo che già c’erano state con la pubblicazione di Stairway to Heaven. Alla fine, dopo che altri avevano addirittura pensato che si trattasse di uno strumento utilizzato in psicanalisi per effettuare una operazione magica denominata transfert negativo, Jimmy Page ha chiarito l’assenza dell’oggetto: si tratta, essenzialmente, di un riferimento scherzoso al monolito presente all’interno di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. In altre parole, così come il monolito in questione, l’obelisco che si mostra all’interno della copertina dovrebbe rappresentare il vigore e la presenza del gruppo inglese, quasi a voler sottolineare la sua esistenza punto edicola un’ultima chicca In merito riguarda proprio la prima foto della copertina, che è stata realizzata a Portocervo, in Sardegna, così come si può notare dalla scritta Porto Cervo Marina che si vede nell’edificio sulla sinistra.

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