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Bob Geldof: “Organizzare il Live Aid mi ha rovinato la vita”

Si è celebrato in questi giorni l’anniversario dello storico Live Aid del 1985, tra gli eventi musicali più iconici e di successo della storia. A distanza di ben 35 anni, Bob Geldof – storico organizzatore del jukeblox globale – ha deciso di parlare della sua personale esperienza dietro le quinte. E del peso che il Live Aid ha avuto sulla sua vita privata.

LIVE AID, STORIA E ORGANIZZAZIONE

Prima di scoprire cosa ha detto Bob Geldof sull’organizzazione e la gestione del Live Aid, scopriamo di cosa parliamo in generale. Probabilmente tutti sanno che si è trattato di un evento musicale, basato su due concerti svoltisi in contemporanea al Wembley Stadium di Londra e al John F. Kennedy Stadium di Philadelphia. Il Live Aid – come menzionato poco sopra – fu presentato come un jukebox globale, nel quale le più grandi rockstar del mondo sarebbero salite sul palco per scopi di beneficenza.

Bob Geldof, storico organizzatore dell’evento, ebbe infatti l’idea di raccogliere fondi da devolvere alla causa della carestia etiope che stava fortemente colpendo il paese in quegli anni. Oltre alla lunghissima lista di rockstar e nomi di spicco della musica – tra i quali Queen, Led Zeppelin, David Bowie – si trattò del più ambizioso progetto di trasmissione satellitare mai realizzato fino a quel momento.

PROBLEMI E CANCELLAZIONI DELL’ULTIMO MOMENTO

Nonostante la generale buona riuscita del Live Aid, non furono pochi i problemi che si trovò ad affrontare Bob Geldof. Innanzitutto alcuni artisti, che avevano dato la loro adesione al progetto, disdissero all’ultimo momento. Tra questi anche Julian Lennon, Cat Stevens e Prince, che fornì un video di 4 Tears in your Eyes.

Mick Jagger invece, storico frontman dei Rolling Stones, si sarebbe dovuto esibire a distanza – attraverso un collegamento intercontinentale – con David Bowie. Il primo dagli Stati Uniti e il secondo da Londra. Alla fine a causa di alcuni problemi di sincronizzazione il tutto non venne mai realizzato.

LIVE AID, L’ANNIVERSARIO DELL’EVENTO E LE PAROLE DI BOB GELDOF

A distanza di 35 anni dal Live Aid di Londra e Philadelphia, l’evento organizzato da Bob Geldof rimane uno dei momenti cardine della storia della musica. I due concerti riuscirono a raccogliere la cifra record di oltre 127 milioni di dollari per le vittime della carestia africana. Senza considerare che hanno fornito il palcoscenico ad alcune pietre miliari del rock, come la leggendaria esibizione di Freddie Mercury e dei suoi Queen.

In una nuova intervista tuttavia, Bob Geldof ha svelato come il Live Aid del 1985 abbia profondamente scosso la sua vita privata. “L’ho odiato. Era diventato impossibile – ha detto l’uomo, come riportato da NME Per un certo periodo sono stato frastornato. Non avevo molti soldi all’epoca. Si è ripercosso interamente sulla mia vita privata. Mi è costato probabilmente il matrimonio”. Geldof divorziò dalla moglie Paula Yates nel 1996.

BOB GELDOF E LE CONSEGUENZE DEL LIVE AID

Bob Geldof ha continuato a confessarsi, ammettendo che il Live Aid non solò rovinò la sua vita ma gli impedì di proseguire con la sua carriera artistica.

“Non potevo tornare al mio lavoro. Sono un cantante pop. E’ questo il modo in cui faccio soldi – ha detto Geldof[…] Ma non potevo più. Nessuno era interessato. Santo Bob, così mi chiamavano dopo, non poteva tornare a fare quello che faceva prima. Era troppo futile e insignificante. Quindi, ero perso”.

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