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5 album psichedelici da asoltare prima di morire

Il rock è un genere usicale ce nel corso dei decenni si è semre trasformato, al punto da includere generi all’apparenza diversissimi. Nella seconda metà degli anni ’60 per esempio, complice l’uso di sostanza stupefacienti quali LSD ed acidi vari, prese piedi quel particolare deriato che è ad ogi definito rock psichedelico. Questo stile per altro viene spesso affiancato ad i grupi di govani che in quegli anni si schieravano contro la guerra in Vietnam. Vediamo dunque cinque esempi di album psichedelici da ascoltare prima di morire!

Donovan – “Sunshine Superman”, 1966

Questo album, il terzo in studio del cantautore scozzese, è riconosciuto come uno dei primissimi esempi di musica psichedelica. Infatti, nonostante il disco contenga ancora elementi riconducibili alla musica folk, è evidente un cambiamento stilistico da parte di Donovan, volto per l’appunto ad un universo musicale maggiormente legato alla psichedelia. In contrasto con il resto dell’atmosfera solare e trascendentale dell’album, “Season of the Witch” fornisce una forte dose di paranoia. Per altro, mentre Donovan cantava “Summer kept looking over his sholder at me” (“Summer continuava a guardarmi alle spalle”), nella vita reale era sorvegliato dalla polizia, che lo ha arrestato poco dopo la registrazione della canzone per possesso di cannabis.

The Doors – “The Doors”, 1966

I Doors sono riconosciuti come uno dei gruppi più influenti di sempre, guidati dal carismatico ed enigmatico frontman Jim Morrison. Già il nome della band richiama a dei cincetti facilmente assimilabili al genere di cui stiamo parlando. Il nome Doors fu infatti ispirato dai versi di William Blake che recitano: “Se le porte della perceione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe all’uomo com’è: infinita.”. All’interno del suo album di esordio il gruppo di Venice inserì alcune canzoni destinate a rimanere nella storia, come: “The Crystal Ship”, “Light My Fire” o “The End”. Proprio quest’ultimo brano è uno di quelli che più di altri rimandano a quel periodo ed alla contestazione contro la guerra, complice anche l’utilizzo che ne fece il ragista Francis Ford Coppola nel suo film capolavoro “Apocalypse Now”.

The Jimi Hendrix Experience – “Axis: Bold As Love”, 1967

Un altro grande musicista legato indissolubilmente a quel periodo, stile ed admosfere, è Jimi Hendrix, che per altro condivide con Jim Morrison il fatto di appartenere, tristemente, al cosiddetto “Club 27”. Con il suo stile innovativo nel suono e nell’approccio alla chitarra, Hendrix ha cambiato per sempre il modo di avvicinarsi allo strumento. Anche dal punto di vista delle liriche il chitarrista di Seattle, dava sfoggio di grande originalità, poetica ed inventita. Quello qui citato è il secondo LP che pubblicò e ce racchiude tra gli altri l’iconico brano “Little Wing”.

Love – “Forever Changes”, 1967

Pubblicato nello stesso anno dell’album sopracitato di Jimi Hendrix e dalla stessa etichetta discografica dei Doors, l’Elektra Records, “Forever Changes” è il terzo lavoro in studio della band statunitense Love. Questo è sicuramente il disco più celebre del gruppo e fu registrato durante la famosissima “California’s Summer of Love”. Si tratta un album malinconico che offre una visione paranoica e scettica dell’isteria hippie indotta dalla droga che stava investendo l’America in quel momento. Malgrado sia stato un fallimento commerciale al momento della sua uscita, l’album è stato da allora esaltato dalla critica come uno dei più grandi mai realizzati, essendo un precursore del successivo sound punk rock.

Kraftwerk – “Autobahn”, 1974

Uscendo un po’ dai binari seguiri fino ad ora, ci imbattiamo con i Kraftwerk, universalmente riconosciuti come i pionieri della musica elettronica, influenzando enormemente lo stile di ciòche li ha seguiti, dando addirittura forma a nuovi generi. “Autobahn” è il quarto album in studio del gruppo ed è ritenuto uno dei loro capolavori. Con oltre venti minuti di durata, la title track dell’album è un lungo e monotono loop di suoni elettronici, che presenta l’uso generoso del phaser, al fine di esprimere la sensazione, il rumore e il caos di sfrecciare lungo un’autostrada trafficata. Si può affemare che i suoni sintetizzati e robotici producono essenzialmente un effetto di trance sull’ascoltatore.

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