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Keith Richards, le 5 storie più pazze sul chitarrista

Keith Richards è uno dei personaggi simbolo del rock ani ’60. Ciò non toglie che i suoi eccessi e le sue stravaganze si siano protratte fino ai giorni nostri, generando infinite aneddoti e storie incredibili. Alcune di queste sono talmente bizzarre che in molti stentano a crederci, ma numerose biografie sul chitarrista affermano che in realtà sia tutto vero. Scopriamo allora cinque di questi eventi mitici.

Chuck Berry una volta gli diede un pugno in faccia

Partiamo con una delle storie più soft, che Richards ha ricordato durante un’apparizione nel 2014 al The Tonight Show con Jimmy Fallon. Andò nel camerino di Chuck Berry dopo un concerto e “La sua chitarra era nella custodia come per dirmi, “Oh, andiamo, Keith, solo un tocco. Lascia che ti suoni un accordo di Mi”. A quel punto Chuck entra e dice “Nessuno tocca la mia chitarra!” Dandomi un cazzotto in pieno viso! Fu davvero un bel colpo!”.

Keith Richards ha sniffato le ceneri di suo padre

Dopo la morte del padre di Richards nel 2002, il rocker ha confessato a NME di aver sniffato le sue ceneri. “Ho sniffato mio padre. In origine comprai un piccolo alberello di quercia, per seppellire la scatola con le ceneri. La mia idea era che avrebbe fertilizzato l’albero, ma quando ho tolto la parte superiore dalla scatola, le ceneri di papà sono atterrate sul tavolo. Mio padre sapeva che mi è sempre piaciuta la mia cocaina. Quindi io me ne sono messa un po’ sul dito e posso dire di essermi fatto una striscia di mio padre.”.

È stato fermato in una macchina piena di droghe e se l’è cavata

Keith Richards, Ronnie Wood e due amici furono fermati dalla polizia nel 1975 mentre gli Stones erano in tournée negli Stati Uniti. La loro macchina era piena di droghe e avrebbero potuto facilmente incorrere in gravi conseguenze. “Tutto era pieno di droga. Aprendo i pannelli delle portiere avresti trovato  sacchetti di plastica di coca cola, erba, peyote e mescalina.”. Furono arrestati, ma poi sono stati lasciati liberi dal momento che polizia non ha trovato nulla che potessero legalmente usare contro di loro e non c’era motivo di accusarli. Richards ha dovuto pagare una multa di 162 dollari per guida pericolosa. Tra l’altro 30 anni dopo, il governatore dell’Arkansas gli ha concesso la grazia per il reato. Neanche il chitarrista sa che fine fece la macchina. “L’abbiamo lasciata in questo garage carica di droga”, ha detto Richards. “Mi piacerebbe sapere cosa è successo a quella roba. Forse non hanno mai tolto i pannelli. Forse qualcuno lo sta ancora guidando in giro, ancora pieno di merda.”.

Ha dato fuoco alla villa originale di Playboy

Durante un tour in America nel 1972, Richards ed un musicista della band Bobby Keys hanno incendiato un bagno nella Chicago Playboy Mansion mentre erano intenti ad assumere droga. Fortunatamente, nessuno ne fu danneggiato. “Beh, non l’abbiamo fatto noi,”, ha affermato Keith “la droga l’ha fatto. Non è colpa nostra. Io e Bobby eravamo semplicemente seduti in bagno, comodi. Decidemmo di usare un bong. Ad un certo punto, mentre parlavamo nella nebbia, Bobby dice: “Qui dentro c’è fumo”. Mi giro e le tende stanno bruciando. Ci sono stati dei colpi alla porta, camerieri e ragazzi in abito nero hanno portato secchi d’acqua. Aprono la porta e io gli ho detto: “Avremmo potuto farlo da soli. Come osate interrompere la nostra faccenda privata?”.

Keith Richards rimase sveglio per nove giorni di fila

Richards si vanta di essere rimasto sveglio per più di una settimana per registrare “Before They Make Me Run”, inserita nell’album del 1978 “Some Girls”. “L’adrenalina è la cosa più incredibile che abbiamo”, ha affermato nel 1992, “Nove giorni senza chiudere occhio. Alla fine mi sono addormentato in piedi. Stavo rimettendo una cassetta sullo scaffale,mi sentivo benissimo, poi mi sono voltato e mi sono addormentato. Sono caduto contro il bordo dell’altoparlante. Mi sono svegliato in una pozza di sangue!”. Per inciso, il record di giornate senza dormire appartiene a Peter Tripp, che nel 1964 rimase sveglio per 11 giorni consecutivi, senza assumere alcuna sostanza.

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