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U2, la particolare storia di “40”

Gli U2 sono un gruppo irlandese, con l’esattezza di Dublino. Si sono formati a metà degli anni Settanta e da quel momento in poi la loro carriera è stata un susseguirsi di successi e soddisfazioni. Apprezzati anche da altri artisti come Bruce Springsteen, che sostiene la validità di ogni singolo membro, sono tra la band più e conosciute e amate, sin da sempre. Nel 1983 stavano lavorando al loro album War il quale ha avuto un certo riscontro. In quest’album è contenuta “40” conosciuta anche come “40 (How Long)”, canzone che gli U2 suonavano sempre a fine concentro. Ecco la storia di “40” e con essa alcune particolarità che l’hanno distinta dalle altre.

Cosa stavano facendo gli U2 durante quel periodo?

E’ il 1983 circa quando gli U2 cominciano a lavorare al loro terzo album, War. Un album che riscuoterà un grande successo e che in un certo qual modo, segnerà anche la loro carriera; naturalmente in maniera positiva. Una delle canzoni più importanti -se così possiamo dire- dell’album è “Sunday Bloody Sunday” che segna anche quella che sarà una leggera tendenza, o orientamento che dir si voglia, dell’album: la politica. Non tutte le canzoni sono di stampo politico, anzi, sono la minor parte a portare questa etichetta. Eppure, questo è uno dei loro album etichettati come politici. A proposito Bono in un’intervista del 1983 (Guerra e pace – NME 26 febbraio ’83di Adrian Thrills) dirà:

“Molte delle canzoni del nostro ultimo album erano piuttosto astratte, ma War è intenzionalmente più diretto, più specifico. Ma puoi ancora prendere il titolo su molti livelli diversi. Non siamo interessati solo agli aspetti fisici della guerra. Gli effetti emotivi sono altrettanto importanti, “le trincee scavate nei nostri cuori”. Le persone sono diventate insensibili alla violenza. Guardando la televisione, è difficile capire la differenza tra realtà e finzione.”

La particolare storia di “40”: come l’hanno composta gli U2?

Immaginiamo una band che ha appena finito le sessioni relative al loro album e che poi alla fine di tutto rimane insoddisfatta, come se mancasse qualcosa. E’ ciò che è successo agli U2 quando avevano tecnicamente finito di registrare War. Il mattino successivo sarebbe dovuto andare in studio un altro gruppo, che aveva peraltro appuntamento abbastanza presto, alle 8:00. Quella band arrivò prima del previsto e nemmeno tutti i membri degli U2 erano presenti -mancava infatti il batterista- ma sentirono il bisogno di aggiungere altro, come se mancasse una canzone.

La velocità di composizione e “40” come canzone di chiusura dei loro concerti

Ancora una volta Bono porta delle delucidazioni. In un concerto avvenuto il 29 aprile del 1987 (citazione rintracciabile nell’archivio delle “Citazioni trascritte degli U2”) che presenterà così la canzone:

Quando stavamo facendo il nostro terzo disco, l’LP War, siamo stati buttati fuori dallo studio dal manager dello studio perché avevamo un overrun o qualcosa del genere e avevamo un’altra canzone da fare. Abbiamo scritto questa canzone in una decina di minuti, l’abbiamo registrata in una decina di minuti, l’abbiamo mixata in una decina di minuti e l’abbiamo suonata, poi, per altri dieci minuti e questo non ha niente a che fare con il motivo per cui si chiama ’40’.”

La canzone come prima citato si avvale di un altro “nome”: How Long. Questo perché solitamente la canzone veniva suonata a fine concerto e durante questo spettacolo il bassista e il chitarrista si scambiavano gli strumenti. Nel frattempo, mentre gli altri membri degli U2 lasciano il palco mano mano “40” continuava ad essere così cantata dal pubblica: “How long…to sing this song?”

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