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Cosa c’entra Kendrick Lamar con il “Rock in Roma?

Kendrick Lamar ha annunciato la sua presenza al Rock in Roma in programma per il 2020. Questa decisione ha sconvolto in positivo moltissimi fan del rapper statunitense, definito come uno degli ultimi veri “rapper” americani, e degno successore di Tupac e Notorius B.I.G. Altri invece hanno criticato gli organizzatori della kermesse in quanto Lamar non c’entra nulla con il rock, pur riconoscendo il suo valore musicale. I motivi sembrano essere quasi esclusivamente economici, ma quali sono stati gli altri nomi un po’ fuori posto del Rock in Roma durante gli anni? Ne abbiamo scelti 5.

Marracash & Gué Pequeno

Mentre il primo ha pubblicato di recente l’album Persona, infrangendo record su record e venendo anche abbastanza apprezzato dalla critica, che dire su Gué Pequeno? Di rock non ha davvero nulla, né dal punto di vista musicale, né per l’attitudine che emula moltissimo il mondo americano, e neppure per un’altra lunghissima serie di ragioni. I due furono invitati a “cantare” (tra molte virgolette) nel 2017 ed ebbero anche un certo successo. Cosa c’entrino loro con il Rock in Roma ancora ce lo si chiede con insistenza e ci si domanda come faccia il pubblico ad associare i due al rock senza prima storcere il naso.

Coez

Era il lontano (o vicino?) 2018, precisamente il 7 luglio. Il 5 si era esibito Cristiano de André il quale, nonostante viva sotto l’ombra pesante del padre Fabrizio, ha sfornato degli inediti molto buoni. Il giorno successivo, l’8 luglio, si esibivano invece gli Hollywood Vampires con Johnny Depp, Alice Cooper e Joe Perry degli Aerosmith. Sembra sufficiente già così. Ma il 7 luglio si presenta Coez, uno dei cantanti di maggior successo negli ultimi anni che ha trasformato l’indie in pop, anche qualitativamente non elevato. Osservatelo nei primi anni di carriera: esteticamente, con il parka e gli occhiali scuri, non vi ricorda qualcuno (AKA Liam Gallagher)?

Max Pezzali

Non ce ne voglia il caro vecchio e i suoi 883 come versione italiana (ovviamente diversa musicalmente) degli Wham!. In effetti, pensare a Mauro Repetto come Andrew Ridgeley ci può anche stare, un po’ meno paragonare Max Pezzali a George Michael, soprattutto per la carriera solista. Comunque, era il 2011, Pezzali non aveva neppure in mente di condividere in un futuro vicino il palco con Nek e Francesco Renga in un progetto francamente poco sensato. Il pubblico fu però felice di sentire gli anni Novanta passare in 2 ore di concerto di Max. Peccato che con il rock non ci azzecchi granché (più dei suddetti, va detto).

J-Ax

Alessandro Aleotti in arte e in parte J-Ax è uno dei veterani del Rock in Roma. Anche in questo caso, con il rock non ci azzardiamo neanche a nominarlo per scherzo, in particolar modo per la fase solista degli ultimi 10/15 anni. Gli ultimi anni del nostro Zio non sono stati qualitativamente brillantissimi, va detto, nonostante la scelta di andare a The Voice of Italy come giudice, ma anche a All Together Now e molte altre cose veramente commerciali. Pochi (o tanti?) si ricorderanno della sua presenza, sempre al Rock in Roma, in compagnia di Fedez. Non ci sentiamo di aggiungere altro.

Sfera Ebbasta

La chicca volevamo lasciarla alla fine. Ma pensateci bene: lui è pieno di tatuaggi, le rockstar sono piene di tatuaggi. Lui parla di droga e sesso, le rockstar parlano di sesso e droga. Lui ha intitolato un suo album Rockstar, i rocker non lo fanno. Quindi, secondo questo contorto sillogismo, Sfera Ebbasta è più rock di Iggy Pop, di David Bowie o dei Queen. Scherziamo, vi abbiamo presi in giro abbastanza. Comprendiamo che il dio denaro è troppo forte di qualsiasi altra cosa e il Rock in Roma aveva bisogno di grandi sponsor.

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