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Michael Jackson, Su prime video il documentario sul re del pop

Michael Jackson ha avuto una enorme rilevanza nel mondo della musica e non solo. Il re del pop è stato un artista poliedrico e tra i più amati di tutti i tempi. Un rivoluzionario che ha cambiato il modo di gestire i videoclip, le performance, ecc. Malgrado la sua grandezza artistica, spesso di Michael Jackson si parla solamente per le sue vicende private. Sappiamo tutti che i media si sono sempre accaniti nei suoi confronti. Per cui ciò che si dice sul suo conto non ha sempre corrisposto alla verità. Il re del pop ha messo molto della sua frustrazione in proposito nei suoi brani, di cui diversi sono dedicati alla stampa ed alla sua ingerenza. Perfino dopo la sua morte i media non gli hanno dato pace e privacy, a partire dalla pubblicazione del suo cadavere prima dell’autopsia, fino alle continue insinuazioni. Per questo, è di recente uscito un documentario su Michael Jackson che si chiama Chase the truth, un nome non casuale.

Il documentario su Michael Jackson

Quando è uscito su Prime Video questo documentario, subito si è riacceso il dibattito sul re del pop come persona prima che come artista. Il titolo Chase the truth rimanda proprio al desiderio di dire finalmente la verità su Michael Jackson con un documentario che non sia di parte. A parlare sono comunque persone che lo hanno conosciuto, una guardia del corpo, una figlioccia, un biografo ecc. Si mette in evidenza ciò che effettivamente tutti sappiamo: Michael Jackson aveva perso la sua infanzia e ciò lo ha segnato per tutta la vita. Fin qui niente che turbasse nessuno, anche perché il documentario rivela qualcosa di fondamentale: per quanto i media fossero presenti nella vita del re del pop, lui era il primo a cercare di catturare la loro attenzione e di questo “gioco” è irrimediabilmente rimasto vittima.

Alla ricerca della verità

Chase the truth si concentra però sul momento più buio della vita del cantante: le accuse di pedofilia. Viene detto effettivamente ciò che tutti sappiamo: Michael Jackson venne di fatto assolto. Le famiglie che gli fecero causa sembravano più alla ricerca di soldi che di giustizia, quindi le loro accuse si considerarono infondate. Il quadro che Chase the truth dipinge è davvero diverso da quello a cui siamo abituati: un uomo generoso, di cui si sono approfittate diverse famiglie. Adesso nel 2013, proprio due all’epoca bambini che ai processi avevano testimoniato in suo favore, dichiarano di essere stati molestati da lui e fanno causa alla sua azienda. Ancora una volta, nessuna condanna, in quanto sono per così dire fuori tempo massimo.

Un processo post mortem per Michael Jackson?

Nel documentario, però, si spiega anche il conflitto di interessi che hanno questi accusatori. Oltre ad aver spergiurato al processo, ne hanno parlato bene fino a qualche anno prima delle accuse improvvise. Uno di loro avrebbe anche dovuto lavorare per uno spettacolo su Michael Jackson. Ha tirato fuori queste accuse solo dopo essere stato scartato. Bisogna evidentemente guardare questo documentario per farsi una nuova idea sul re del pop o anche solo per informarsi su un artista fondamentale per la storia della musica.

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