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Perché Roger Waters tornò nei Pink Floyd al Live 8?

Era il 2 luglio 2005. Erano passati 20 anni dall’evento musicale live più famoso della storia (insieme al festival di Woodstock), ovvero il Live Aid. Nel 1985 c’erano band come i Queen, i Black Sabbath, i Dire Straits e moltissimi altri nomi incredibili. Dopo 20 anni, ritornò un nome incredibile nel panorama musicale, ovvero i Pink Floyd. Ma come è stato possibile? I Pink Floyd si erano impoveriti a causa della fuoriuscita del bassista Roger Waters a metà degli anni Ottanta. Eppure, decise di tornare con Gilmour e co. Perché?

Reunion molto temporanea
In quel 2 luglio 2005 il pubblico vide per l’ultima volta i Pink Floyd riuniti. C’erano tutti: Roger Waters, David Gilmour, Richard Wright e Nick Mason, incredibilmente insieme sul palco. Ci fu anche Richard Wright, sottovalutato membro storico dei Pink Floyd, cacciato ancora prima degli anni Ottanta a seguito dei suoi scontri con Roger Waters. Quest’ultimo, ironia della sorte, se ne era andato con grandi screzi proprio nel 1985, l’anno del live.

L’artefice della reunion fu…

Il vero e proprio artefice della reunion fu uno solo. Stiamo parlando dell’organizzatore del Live8 (e prima del Live Aid) Bob Geldof. Fu proprio lui a spingere gli storici Pink Floyd: Gilmour, Waters, Wright e Mason a partecipare al Live 8 insieme. In una intervista del 2015, precisamente al magazine Louder Sound, David Gilmour dichiarò: “Geldof mi chiamò per chiedermi se volessi partecipato al Live 8 con i Pink Floyd. Lui, senza menzionare Roger, mi ha solo detto – Riunirai i Pink Floyd per fare il Live 8 –”. E pensate che all’inizio non fu Roger Waters a dir no, ma fu Gilmour, e non per antipatia verso il bassista.

I rispettivi impegni di Gilmour

Gilmour infatti era molto impegnato. Rispose così a Sir Bob Geldof: “No, sono nel bel mezzo del mio album solista“. Geldof scelse di usare le maniere forti, dicendogli che sarebbe venuto a parlare con lui molto presto. E qualche giorno dopo David Gilmour ricevette una telefonata di Geldof che gli diceva che stava viaggiando in treno nell’East Croydon e stava per arrivare a casa sua. Gilmour cercò di fargli cambiare idea, dicendogli che non aveva senso e che sarebbe stato meglio se fosse sceso dal treno. Geldof però fu irremovibile, lui sarebbe arrivato. In realtà, Geldof non riuscì nella sua opera di convincimento, ma ci riuscì un nome inaspettato. Si tratta del grande nemico: Roger Waters.

Waters convinse Gilmour alla reunion dei Pink Floyd

Geldof non ci mise granché a convincere Mason, Wright e Waters alla fine, il problema, come suddetto, fu David Gilmour. Roger Waters fu infatti molto felice di tornare con la band d’origine in quanto sarebbe stato per una buona causa e per beneficenza. Le divergenze passate tra lui e Gilmour dovevano essere parte del passato. Waters in una intervista disse che Geldof lo aveva chiamato implorandolo di convincere Gilmour, molto restio a tornare. Il bassista quindi ammise: “Ho chiamato Gilmour e subito mi ha risposto di no, ma – ovviamente – a un certo punto ha cambiato idea e ha risposto: ‘Sì, va bene’. Sono molto contento di averlo fatto, sono stati venti minuti incantevoli o qualunque cosa fosse su quel palco con Dave, Nick e Rick un’ultima volta. È stato davvero fantastico.

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