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Queen, i momenti più emozionanti dell’esibizione di Freddie Mercury al Live Aid

Il 13 Luglio 1985 verrà ricordato da tutti gli amanti del rock, come il giorno in cui la musica è cambiata per sempre. Quel giorno infatti – in contemporanea a Londra e Philadelphia – si tiene lo storico concerto del Live Aid, Il “jukebox globale”. I Queen salgono sul palco del Wembley Stadium pronti a regalare al pubblico una delle esibizioni più belle ed emozionanti – non solo della loro carriera – ma della storia della musica.

LIVE AID, L’IDEA ORIGINARIA DI BOB GELDOF

Bob Geldof – organizzatore principale del Live Aid del 1985 – ha un’idea semplice. Due mega-concerti, a Londra e Philadelphia, con le più grandi rockstar del pianeta, davanti al più grande pubblico del mondo. Lo scopo? Raccogliere donazioni di milioni di dollari, per aiutare a combattere fame e carestia in Etiopia. Ad oggi, l’idea di Geldof non sorprenderebbe più nessuno. Ma allora – a metà degli anni ’80 – il mondo non aveva mai assistito ad un evento del genere.

IL MOMENTO PIU’ IMPORTANTE DEL LIVE AID

Sono stati tanti i momenti memorabili di quello straordinario evento – tra i tanti la doppia esibizione di Phil Collins, riuscito a spostarsi dagli Stati Uniti all’Inghilterra in pochissimo tempo. Ma la performance che ha fatto la storia del Live Aid del 1985 è stata sicuramente quella dei Queen, capeggiati da Freddie Mercury.

Tanto più che – quando Bob Geldof contattò il gruppo all’inizio dei preparativi – la risposta era stata negativa. La band britannica stava attraversando un periodo di forti tensioni interne e si erano momentaneamente allontanati. Tutto questo è stato magistralmente descritto e riproposto al pubblico nel biopic musicale Bohemian Rhapsody. 

QUEEN, PRIMA DEL LIVE AID DEL 1985

All’epoca del Live Aid del 1985 i Queen sono abbastanza prossimi ad una rottura. Sebbene il mondo non ne sia pienamente a conoscenza, sono sorti moltissimi problemi tra i membri. Il lavoro discografico dell’anno precedente – The Works – si è rivelato un flop. E Freddie Mercury ha appena rilasciato il suo album solista Mr. Bad Guy. Quando accettano di salire sul palco di Wembley nessuno scommetterebbe su di loro, come la band che potrebbe segnare la storia del concerto.

“All’epoca si pensava a chi sarebbe stato il più forte – ha raccontato Paul Gambaccini, della BBC – Ovviamente gli U2 e Phil Collins. Ma anche Paul McCartney sarebbe salito sul palco. Credo che nessuno pensasse che i Queen sarebbero stati i numeri uno. […] Nessuno credeva che avrebbero messo tutti gli altri nell’ombra”.

L’INGRESSO DEI QUEEN SUL PALCO DEL WEMBLEY STADIUM

I Queen salgono sul palco alle 18:41 di quel 13 Luglio 1985. Sono l’ultimo gruppo ad esibirsi ancora con la luce del sole. “Non ci eravamo mai esibiti di giorno – ha ricordato Roger Taylorma non volevamo nemmeno salire troppo tardi perché sapevamo sarebbe stata una lunga giornata”. Nemmeno la band britannica ha grandi aspettative sulla propria esibizione. Freddie Mercury entra – con i pugni alzati – ancora prima di cantare.

Poi si mette al piano e suona le note iniziali del brano capolavoro Bohemian Rhapsody. L’esibizione dei Queen è  a conti fatti – l’esibizione di Freddie Mercury. Il cantante si muove, usa il microfono ora come scettro ora come chitarra, coinvolge il pubblico nei suoi vocalizzi prima di attaccare con i grandi successi del gruppo. E’ ben presto chiaro che la folla al Wembley Stadium penda dalle sue labbra. Un mare di persone che muovono le braccia all’unisono – come nella hit Radio Gaga – incantante da una sola persona: Freddie Mercury. “La prossima canzone è dedicata a tutte le persone meravigliose lì fuori. Intendo dire, tutti voi” dice il cantante, nell’unico momento in cui prende la parola.

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