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Quella volta che i Blur presero in giro l’Italia e Sanremo

Ricordate di quella volta che i Muse decisero di prendersi gioco di Simona Ventura e del pubblico italiano in una celebre giornata televisiva che vide la conduttrice italiana – da Appraising a un casualissimo George Clooney – bersaglio dello schernire della band di Matt Bellamy? E che dire di quella volta che i Queen a Sanremo, nel 1984, decisero di non fare neanche finta di essere in playback, lasciando a Freddie Mercury l’incombere di cantare col microfono al contrario o distante un metro dal suo volto? Tutti casi in cui rockstar internazionali hanno denunciato il massiccio e insensato utilizzo di playback all’interno dei palinsesti televisivi italiani. Ebbene, non sono stati gli unici, dal momento che la televisione italiana ha raccontato – inconsapevolmente – un episodio ancor più grottesco, che ha visto protagonisti i Blur nel 1996 in una presa in giro storica e, diciamocelo senza troppe ipocrisie, in qualche modo meritata. Vogliamo parlare di quella volta che i Blur presero in giro l’Italia e Sanremo, in uno spettacolo di assurdo valore, che ancora oggi i più attenti ricordano con parecchia nostalgia.

Il Festival di Sanremo del 1996 e i numerosi ospiti presenti nelle serate del Festival

Prima di prendere in considerazione quell’incredibile presa in giro che i Blur hanno realizzato ai danni della televisione italiana, vogliamo dapprima sottolineare quanto budget venne investito per l’ospitata di numerosi artisti nelle serate del Festival di Sanremo del 1996. Prima che una serie di conduttori pensassero, in effetti, che investire nella musica italiana passasse dal non invitare ospiti di calibro e rilievo internazionale, Sanremo era molto spesso una vetrina – anche per artisti affermati, sia chiaro – per numerose rockstar, convinte da contratti faraonici, milioni e milioni di spettatori in ascolto e visione e, infine, da quello che era decantato come il luogo e il momento più importante della cultura musicale italiana.

Il 1996 fu l’esemplificazione di tale modello: basti pensare che quell’anno a Sanremo furono presenti artisti come Bruce Springsteen, Bon Jovi, Cher, Tina Turner, Céline Dion, Pat Metheny e George Benson. In un contesto così tanto affollato, non mancavano i Blur, la band del momento che aveva saputo conquistare lo scettro del Britpop e che, non a caso, si sentiva onnipotente. E non se ne può certo fare un biasimo: la storia del rock è spesso pregna di megalomania, uno dei motori più importanti del successo commerciale.

La presa in giro dei Blur al Festival di Sanremo del 1996

E’ in questo folto contesto che si inserisce la presa in giro dei Blur, guidati da un Damon Albarn che aveva ormai creato le sue leggi, le sue regole e i suoi modi di essere e fare, conscio del fatto che nessuno l’avrebbe contrastato davvero. E non ci sarebbe stato un contrasto neanche da Pippo Baudo, la storica vecchia roccia della televisione italiana che non ha mai mancato di bacchettare chiunque in termini di compostezza e atteggiamento sul palco, che si trattasse di novellini, neofiti o personaggi affermati. Perchè se c’è un personaggio a cui la televisione italiana deve molto, quello è di sicuro Pippo Baudo.

Anche lo storico presentatore si arrende, compassato, alla presa in giro dei Blur: mentre sono presentati e decantati come nuovi Beatles, i membri della band si accordano per uno dei momenti più tragicomici della televisione italiana; il primo è Damon Albarn, che marcia con passo militare mentre è annunciato da Pippo Baudo che, pur voltandosi, non può far altro che assistere impassibile a ciò che osserva; quando è il momento dell’esibizione, però, accade di peggio. I Blur sul palco si presentano in due, con Graham Coxon sostituito da un visibile cartonato (inquadrato – forse in modo maldestro – dalla regia italiana) e il basso impegnato da Smoggy, guardia del corpo di Damon Albarn neanche lontanamente simile ad Alex James, dati soprattutto i capelli ossigenati che la fanno da padrone.

Insomma, mentire sapendo di mentre e prendere in giro in modo palese, senza mezze misure: i Blur hanno realizzato la più classica delle formule “prendi 2, paghi 4” presentandosi sul palco con organico dimezzato e dando spettacolo, in una delle forme più originali che Sanremo abbia conosciuto. Qualcuno, immaginiamo, non avrà reagito bene in cabina di regia o nel backstage del Festival. 

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