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Le rockstar che hanno fatto la storia come poeti maledetti

Attorno a certe rockstar spesso si forma un culto particolare. Il loro fascino è così forte da segnare in maniera indelebile la storia, toccare profondamente soprattutto i giovanissimi. Purtroppo, spesso ciò accade quando la loro vita è particolarmente travagliata, cosa che va unita naturalmente al loro grande talento. I drammi di certi artisti diventano i nostri, attorno alla loro figura nascono così leggende, aneddoti, un’onda di grande carisma. Riunire tutte le rockstar diventate poeti maledetti è abbastanza complesso, quindi abbiamo scelto alcuni tra i più emblematici artisti che hanno reso la nostra storia musicale più ricca ed interessante.

Jim Morrison

È innegabile che tra le rockstar e i poeti maledetti il leader dei Doors sia poeta per antonomasia.

“Se la mia poesia cerca di arrivare a qualcosa, è liberare la gente dai modi limitati in cui vede e sente”. 

Questo diceva Jim Morrison della sua poesia e sappiamo tutti che il suo scopo fu raggiunto. Viene considerato un simbolo dell’inquietudine giovanile. Quindi, oltre ad essere un artista fondamentale per il rock psichedelico, il suo personaggio così particolare ed affascinante ha colpito moltissimi. Fragile, ma anche fortemente trasgressivo, a contribuire a queste sue caratteristiche fu sfortunatamente la morte prematura, come vedremo accadrà anche per altre rockstar “maledette”.

Sid Barrett

L’ex membro dei Pink Floyd non morì giovane né per condizioni particolari, sfortunatamente si spense infatti a causa di un cancro. Malgrado negli ultimi anni della sua vita si fosse del tutto ritirato dalla musica per dedicarsi unicamente alla pittura, la sua figura non ha mai smesso di affascinare il pubblico. A causa dei suoi problemi psicologici, come sappiamo, dovette lasciare i Pink Floyd, ma la sua eco ritornò spesso nelle loro canzoni. Il ‘diamante pazzo’, come viene definito in Shine on you crazy diamond, che sia per una malattia mentale (mai del tutto chiarita) sia per le droghe ha cominciato a perdere di vista la realtà. L’atmosfera onirica dei suoi dipinti è indicativa della sua particolare quanto inquietante personalità. Malgrado i Pink Floyd siamo egregiamente andati avanti anche senza di lui, grazie all’apporto di altri artisti, nessuno ha mai dimenticato né mai dimenticherà Sid Barrett.

Kurt Cobain

Anche se al cantante dei Nirvana non piacque mai questa definizione, venne considerato portavoce della Generazione X”. Sicuramente, comunque lo vogliamo esprimere, Kurt Cobain è stato un personaggio fondamentale ed iconico e lo è tuttora. Nel 1994, come sappiamo, si tolse la vita, anche se ancora oggi vi sono diverse congetture in proposito. Anche lui, come Barrett, ebbe diversi problemi psicologici, come il disturbo bipolare. L’abuso di droghe come l’eroina influenzò anche la sua carriera. Cobain ha incarnato la figura della fragilità e del talento artistico come pochi altri. Le sue canzoni così trasgressive, esplicite e dai testi spesso astratti e cupi, hanno sempre affascinato il pubblico. La triste fine che si scelse ha, ancora una volta alimentato tutto ciò. Già dai Diari di Kurt Cobain si può evincere la sua energia autodistruttiva che si manifesta attraverso la musica.

Jeff Buckley

Figlio di Tim Buckley, fin dalla nascita ebbe una vita non ordinaria a causa della pesante quanto assente figura paterna. Jeff Buckley fu abbandonato dal padre, poiché preferì la musica alla famiglia. Decise di prendere il suo cognome originale solo dopo la prematura scomparsa di Tim (avvenuta quando Jeff aveva appena otto anni). Pur avendo pubblicato un solo album in vita (gli altri furono postumi), è uno dei cantautori più importanti degli anni ’90. Un poeta maledetto anche lui, ma non morto di overdose come il padre, bensì per annegamento. Famoso il fatto che sia morto mentre canticchiava Whole Lotta Love dei Led Zeppelin, nuotando.

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