Peter Hince è stato per 12 anni il roadie dei Queen. Il roadie, qualora non lo doveste sapere, è quella figura che accorda gli strumenti delle band durante i concerti e corregge i vari problemi. Spesso viene fatto da giovani musicisti che si vogliono avvicinare ai grandi palchi (anche Noel Gallagher fu il roadie degli Inspiral Carpets ad inizio carriera). Ebbene, l’ex roadie dei Queen Peter Hince si è scagliato duramente contro gli odierni Queen nella sua autobiografia, dicendo che in realtà sono show cabaret. Ovviamente, non ha potuto non parlare anche di Freddie Mercury raccontando di aver seguito i Queen dal 1975 (mentre preparavano A Night At The Opera) fino al 1986 con il concerto di Knebworth. La sua autobiografia si intitola Queen Unseen e cerca di indagare i vari elementi nascosti e segreti della band di Roger Taylor, Brian May, John Deacon e ovviamente Freddie.
Queen = cabaret
Hince non ha parlato positivamente della scelta di arruolare Adam Lambert nei Queen. Ha raccontato questo: “Brian May e Roger Taylor [chitarrista e batterista] volevano continuare a suonare i Queen, capisco anche perché vogliono farlo. Non sono sicuro che sia la cosa giusta da fare. Possono essere musicisti e fare musica senza essere sotto il nome dei Queen. Però la fama fa tutto e spesso la gente cerca di seguire la fama il più possibile. […] Dopo la morte di Freddie, non si possono più ricreare i Queen, non importa quale sia il motivo. Ho visto il progetto dei Queen + Paul Rodgers, e lui è uno dei miei cantanti preferiti, ma era completamente sbagliato. E per quanto riguarda Adam Lambert, sono sicuro che sa cantare, ma è un po’ come un cabaret di Las Vegas. Ora i Queen senza Freddie Mercury sono cabaret“.
Freddie Mercury e il suo ego
Anche Peter Hince ha confermato il fatto che la stampa ha molto parlato dell’ego di Freddie quando in realtà quest’ultimo era una persona sincera. Ha detto: “La gente parla molto di Freddie e del suo ego, ma il suo ego non era così grande come la gente pensa. Era tutto un personaggio. Poteva prendere in giro se stesso, mentre alcuni degli altri membri della band non potevano farlo allo stesso modo. Potresti ridere con Freddie Mercury, ma sapevi che tipo fosse. Non era necessariamente la primadonna che tutti pensavano fosse. […] Come frontman era imbattibile. Non si trattava solo della sua voce, ma del modo in cui aveva in mano il palcoscenico. Ho adorato i Led Zeppelin e The Who – Plant e Daltrey erano dei grandi frontman – ma penso che Fred abbia dato di più in termini di spettacolo e presenza. Per lui si trattava di interagire con il pubblico, saper captare il pubblico e portarlo dalla sua parte. E ha dato tutto in ogni spettacolo”.
Nani, cocaina e LiveAid
Non potevano mancare anche elementi un po’ controversi nel libro di Peter Hince. Uno di questi riguarda una particolare festa che i Queen avevano celebrato a New Orleans nel 1978. Per festeggiare l’uscita dell’album Jazz, le voci narrano che venisse servita della cocaina su grandi ciotole portate da diversi nani. Hince ha raccontato che la cocaina non era in così bella vista, ma era nascosta sotto delle piastre e sotto la carne, per celare il fatto. Non poteva neppure non citare il LiveAid e ha raccontato che i Queen non volevano farlo, all’inizio. Furono però convinti dal fatto che The Works non avesse avuto un gran successo negli USA e Freddie aveva iniziato una carriera solista con buoni risultati. Fu forse una fortuna che quel disco non fosse stato apprezzato così tanto…