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I cinque chitarristi più geniali nella storia del Rock

Quella dei chitarristi, nella storia del Rock, è una figura assolutamente fondamentale e, decisamente, iconica. Nel corso degli anni, abbiamo assistito a vere e proprie rivoluzioni culturali, nate, per l’appunto, dal potere della musica e della chitarra. Sin dagli albori, il Rock si è,principalmente, rivelato essere un genere orientato, prettamente, sulla sei corde. Ad oggi, riconosciamo alcuni brani sin dalle prime note grazie agli iconici riff di cui si compongono.

Risulta praticamente impossibile non ricordare, come, un buon assolo, sia capace di colpire e, talvolta, commuovere anche gli ascoltatori più esigenti. Molti artisti hanno, spesso, dimostrato come, per dare luogo ad un’opera prestigiosa, non occorra necessariamente fare, della tecnica, un utilizzo smodato. I capostipiti della cultura Rock sono stati, a loro tempo, dei visionari assoluti e, ad oggi, ricoprono un ruolo di prestigio nell’Olimpo della musica moderna.

Eroi della musica, chitarristi eccezionali che hanno segnato intere generazioni grazie al rapporto catartico che instauravano con i loro strumenti, innalzando le proprie figure ad uno stato di misticismo aureo. Come non nominare, in questa sede, artisti come Jimi Hendrix, David Gilmour o Ritchie Blackmore. In ogni caso, in questa classifica, abbiamo deciso di raccogliere alcuni tra i chitarristi più geniali nella storia del Rock. Musicisti che, attraverso il loro estro, hanno dato nuova forma ad uno strumento, il cui prestigio, pende come Spada di Damocle sul capo di coloro che decidono di imbracciarlo.

5) Robert Fripp

Le ideologie visionarie di Robert Fripp, riflesse sull’opera dei King Crimson appaiono, ancora oggi, come manifestazioni di pura avanguardia. Il suo apporto come chitarrista nel panorama musicale moderno, non viene spesso menzionato, eppure, la sua tecnica trascende dai canoni stilistici cui siamo abituati rispetto all’arco di tempo che va da metà anni ’60 al culmine dei ’70. Lo stile di Fripp è molto diverso da quello degli altri mostri sacri della chitarra che, in ogni caso, tendevano a Blues ruggenti e carichi d’emozione. La sua visione della musica si estendeva ben oltre, rendendo il suo modo di suonare oltre modo unico e, decisamente, geniale.

4) Tom Morello

Tom Morello è un chitarrista particolarmente sofisticato. Una leggenda vivente che, pur venendo ricordato principalmente per gli iconici riff con cui ha adornato i brani dei Rage Against The Machine, esprime una musicalità estremamente limpida e meticolosa. Tom Morello è sicuramente tra i chitarristi più geniali della storia del Rock per l’ingegnosa collimazione di generi che compie quando imbraccia il suo strumento. Pur non disdegnando una tecnica fuori dal comune, Morello lascia che la chitarra prenda vita e si esprima con la sua voce, a tratti feroce, a volte assennata.

3) Paul Gilbert

Possiamo definire Paul Gilbert un genio della chitarra grazie alla commistione aulica con cui ha combinato un’ampia varietà di generi nel suo playing, pur non risultando anonimo. In Paul Gilbert possiamo ascoltare un Blues magnificamente ruggente e, se vogliamo, sporco e uno stile neoclassico particolarmente invidiabile. Tutto nella stessa sessione. Gilbert ha padroneggiato la tecnica dello string skipping alla perfezione, rendendola un suo marchio di fabbrica e, sul palco, ha potuto regalare esibizioni mirabolanti e al limite del trascendentale senza mai risultare eccessivo.

2) Matt Bellamy

Il dibattito sulle capacità chitarristiche di Matt Bellamy è, a tutt’oggi, molto acceso. Lo stile controverso del frontman dei Muse lo rende, da diverso tempo, oggetto di critiche. Risulta innegabile, però, che l’approccio che, questi, adotta con lo strumento sia eccezionale. Il sound dei Muse risente, già di per sé, di diverse inflessioni di matrice prettamente elettronica. Matt Bellamy ha elevato il tutto ad un altro livello, adottando un playing decisamente singolare. I suoi fraseggi risentono l’influenza degli stili più disparati e, sebbene non si tratti, oggettivamente di uno shredder virtuoso, Matt Bellamy ha saputo rendere unico e variegato il sound della sua chitarra attraverso tecniche che, pur non disdegnando uno studio attento della melodia, si dimostrano roboanti e particolarmente aggressivi, nella maggior parte dei casi; arrivando a toccare spettri sonori ben più sommessi anche nello stesso brano.

1) Devin Townsend

Devin Townsend è un chitarrista e polistrumentista canadese che, in diverse sedi, si è rivelato un artista semplicemente istrionico. Da sempre amante della musica in ogni sua sfaccettatura, Townsend ha sviluppato uno stile personalissimo e un’identità artistica unica nel suo genere. Ormai proclamato dalla critica e dagli appassionati come uno dei migliori chitarristi degli ultimi anni, il suo playing, ancora una volta, fonde diversi stili. In questo caso, però, il discorso è ben più ampio. I suoi dischi risentono della sua profonda conoscenza dei suoni, essendo anche un rinomato produttore; collaborando, nel corso degli anni, con band come Rammstein e Lamb Of God. Ciò che ha, principalmente, lasciato che la critica si affascinasse alla sua opera è il fatto che, ogni suo album, dirami storie meravigliosamente dense di particolari, grazie ai metodi d’incisione splendidamente sperimentalistici che è sovente adottare.

 

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