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Le migliori canzoni Rock da dedicare a San Valentino

Parte della magia della musica sta nella sua abilità innata di evocare i sentimenti più reconditi. Turbini di emozioni: felicità, tristezza, rabbia, lacrime, paure o amore. La musica inebria chi sa ascoltarla con il cuore, di fumi emozionali inimmaginabili. Quando parliamo di Rock, siamo naturalmente portati a pensare all’esaltazione, ai brividi dell’adrenalina allo stato puro. Concentrati di nuda euforia che inondano il corpo e la mente. Il Rock è la vertigine prima di saltare; la paura per la caduta, il cuore che batte a ritmo di cassa.

Eppure, nella sua espressione più eterea, il Rock può rappresentare il sogno onirico dell’esplicazione amorosa per eccellenza. L’Olimpo della musica è ricolmo di esempi in cui, il Rock, mette da parte la sua ferocia e, come un leone intento ad accudire la propria prole, lascia che l’amore cresca rigoglioso e fiero in coloro che sanno ascoltare. In questa classifica, abbiamo raccolto alcune tra le canzoni appartenenti agli anni d’oro della musica Rock che meglio alimentano il sentimento amoroso; dato l’avvicendarsi sempre più prossimo della festa che celebra il manifesto dell’amore più sincero e passionale.

5) Queen – Love Of My Life (1975)

Pura poesia. Quando parliamo di Love Of My Life, gli archetipi del Rock scompaiono totalmente. Siamo di fronte ad un’emanazione del sentimento per eccellenza di matrice puramente stilnovistica. Leggendo il testo di Love Of My Life, ritroviamo speranza nell’amore capace di elevare lo spirito dell’uomo e di purificarne l’animo, attraverso sofferenza e piacere. Tanto prezioso e gratificante da, rendere piacevole il paradosso proveniente dall’angoscia che genera. Love Of My Life è parte dell’immenso lascito di Freddie Mercury che, dedicando il brano all’ amore della sua vita, Mary Austin, imprime il loro rapporto nell’eternità; angelizzando la sua figura attraverso i commoventi versi della canzone.

4) George Harrison – Something (1969)

L’unicità del proprio amore contrapposta all’incessante paura di perderlo e al monito alla battaglia che questo comporta. Something di George Harrison è l’unico lato A del Quiet Beatle nella sua carriera con l’iconica band. Il brano presenta una forza intrinseca talmente prorompente da pacificare gli animi tumultuosi di John Lennon e Paul McCartney che, al tempo, osteggiarono la band fino al loro fatidico scioglimento.  Something e Here Comes The Sun fanno da manifesto alla profondità d’animo di George Harrison, celata dietro le inibizioni di un’indole quieta che avanza timidamente tra le note della meravigliosa musica dei Beatles.

3) Joe Cocker – You Are So Beautiful (1974)

“Sei così bella”. Una dedica sincera, a tratti bambinesca da quanto possa risultare sentita e viscerale. L’amore che appassiona, l’amore che culla, l’amore che dona speranza e la restituisce a chi l’ha persa. You Are So Beautiful presenta un testo semplice quanto diretto; eppure il carico emotivo quando la si ascolta è inimmaginabile, data l’immensità con cui la voce del compianto, ma pur sempre eterno, Joe Cocker, penetra nel cuore di coloro che amano incondizionatamente, liberi di volare, lasciando a terra le angosce e i timori che ostacolano, giornalmente, la quiete della vita.

2) The Rolling Stones – Wild Horses (1971)

Lo scandalo, gli eccessi e la dissolutezza con cui i Rolling Stones si fecero strada sulla scena Rock internazionale nel corso degli anni, divennero un ricordo ben lontano quando, la band, pubblicò Sticky Fingers, nel 1971. Nonostante l’iconica copertina firmata da Andy Warhol, fornisse chiari rimandi all’ epoca, in cui, gli Stones dominavano il panorama con assoluta prepotenza. La rabbia esplicata dal gruppo in gran parte della loro carriera, sembra, sdilinquirsi con l’uscita di Wild Horses, una ballata immensa. Un inno alla dolcezza amorosa che, finora, nessuno è riuscito ad eguagliare. Ci piace pensare che Wild Horses sia la testimonianza più pura del fatto che, chiunque, possa cedere innanzi all’amore.

1) Eric Clapton – Layla (1973)

Crescendo tumultuosi che attecchiscono nel cuore di chi prova un amore non ricambiato. È con queste parole che vogliamo introdurre un classico manifesto della passione logorante. Layla è un grido disperato di chi scava a tutti i costi nel proprio essere alla ricerca di tutto ciò che osteggia la propria visione dell’amore.

Eric Clapton combatte una battaglia per la vita contro la morte, sguainando la sua chitarra come fosse una spada e fendendo le incommensurabili pene da cui è afflitto attraverso riff assorti, appassionati e sanguinanti che aprono spiragli di luce sul proprio cammino nota dopo nota.

Layla nasce dalle vicende che videro protagonisti Eric Clapton, George Harrison e Pattie Boyde. Eric, ostracizzato dalle dipendenze, è in costante conflitto con sé stesso per l’amore di Pattie, all’epoca moglie del chitarrista dei Beatles, suo migliore amico; per la quale cade, tragicamente, nel tunnel dell’eroina. Gli eccessi e le dissolutezze tipici di quegli anni, hanno concesso al brano un apporto emotivo assolutamente utopico, per il quale è stato consacrato all’eterea indefettibilità.

 

 

 

 

 

 

 

 

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