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U2, come infranse il regolamento del Live Aid Bono Vox?

Il Live Aid è uno dei concerti più commentati e apprezzati di sempre. Nato con il buon intendo di contribuire ad alleviare la carestia in Etiopia, fu organizzato da Bob GeldofBoomtown Rats e Midge Ure degli Ultravox. Forse nemmeno le aspettative degli stessi organizzatori erano così alte, ma il concerto si rivelò un vero e proprio successo, non solo per le vendite, ma anche per i numeri che fece in generale. Si stima infatti che circa 150 paesi assistettero al concerto guardandolo da casa. Tra i numerosi artisti che presero parte al Live Aid c’erano anche gli U2: cosa fece Bono Vox in quell’occasione?

L’esibizione degli U2

Come tutti gli altri artisti gli U2 ebbero la possibilità di fare un mini-concerto, che durò circa venti minuti. Furono annunciati -come riporta U2360gradi- da Jack Nicholson come “un gruppo che non ha mai avuto alcun problema a dire quello che pensa“. In quell’occasione la band decise di scegliere di cominciare con la loro famosa Sunday Bloody Sunday” energica e potente e proseguire poi con Bad” che si prolungo per circa 12 minuti. Infine anche “Pride (In the name of love)

Cosa fece Bono Vox al Live Aid?

Nel grandioso concerto del 1985 erano prensenti anche gli U2, che però furono invitati in exstremis. Sembra esserci stata una sicurezza abbasta rigida in questo concerto, per cui alcune cose erano vietate, visto anche il gran numero di persone presenti al concerto. Eppure, Bono voleva rendere indelebile quell’esperienza, per cui decise di cercare e scegliere una ragazza tra il pubblico e di invitarla a ballare con lui nel palco, infrangendo ogni protocollo.

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