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Innuendo:10 cose che non sai sullo storico album dei Queen

Il 4 febbraio del 1991 veniva pubblicato, in Gran Bretagna e in parecchi paesi europei, Innuendo. Si tratta del quattordicesimo album in studio della band britannica Queen, nonchè dell’ultimo album in studio realizzato con Freddie Mercury ancora vivo. Per la critica, l’album è considerato uno dei migliori della band, ma non solo: secondo alcuni si tratta di uno dei migliori album della storia del rock. E’ certamente un album particolare e iconico, non solo per la struttura o per i contenuti delle tracce, ma per il contesto a cui è legato. Lo ribadiamo, si tratta dell’ultimo album in cui ci sia stata la presenza di Freddie Mercury (morto meno di dieci mesi dopo la pubblicazione del disco), con un’atmosfera – quella della morte sempre più vicina – che sembra permeare all’interno del complessivo lavoro della band. Quest’oggi, attraverso il nostro articolo, analizzeremo le 10 curiosità più importanti sull’album, riguardanti sia la struttura dello stesso, sia gli antecedenti che alcune canzoni nello specifico.

1) L’album iniziò ad essere realizzato dopo pochissimo tempo dalla pubblicazione di The Miracle. La sieropositività all’HIV di Mercury si tramutò in AIDS, tanto che lo stesso fu costretto ad ammettere di essere ammalato. La band decise dunque di accorciare le tappe, rientrando subito in sala di incisione per realizzare alcune demo. Tuttavia, i lavori furono in un primo momento interrotti, per favorire la diffusione di The Miracle e i tour dei britannici stessi.

2) La copertina dell’album si ispira ad alcune illustrazioni del designer, caricaturista e illustratore Jean-Ignace-Isidore Gérard, conosciuto come Grandville. In effetti, l’illustatore nativo di Nancy realizzò, nel 1844, “L’autre monde“, opera utilizzata dai Queen per la copertina del loro Innuendo. Tuttavia, la rock band britannica non è stata la sola ad ispirarsi alle illustrazioni di Granville: anche un’altra rock band, gli Alice in Chains, utilizzarono le illustrazioni del francese per la copertina di un loro album, l’omonimo Alice in Chains.

3) Inizialmente Innuendo doveva uscire tra il novembre e il dicembre del 1990. Sia l’intera band che i produttori, infatti, avevano in un primo momento progettato un’uscita entro la fine dell’anno, ma i numerosi problemi fisici di Mercury obbligarono tutti a rimandare al febbraio del 1991, pur accelerando durante la registrazione degli ultimi pezzi.

4) Di natura leggermente differente rispetto alle altre canzoni di Innuendo , pur celando, alla base, allo stesso modo un contesto di malinconia, è I’m Going Slightly Mad, scritta da Freddie Mercury; il brano, che riflette sempre sulla malattia di cui era affetto il frontman dei Queen, procede attraverso una chiave volutamente ironica e demenziale. In effetti, una delle probabili conseguenze dell’AIDS è proprio la demenza, che, con molta probabilità, intimoriva Mercury. Un’altra chiave di lettura potrebbe essere la condizione fisica e mentale di Bulsara in quel momento, resa in una chiave più umoristica.[nextpage title=”pagina 2″]

5) Menzione particolare anche per Headlong, brano scritto da Brian May ma attribuito all’intera band. Il brano doveva, inizialmente, comparire in un album da solista di May (del 1992), anche se quest’ultimo si convinse a far interpretare il brano a Freddie Mercury. Azzardo certamente riuscito, in quanto la prestazione vocale di Mercury fu certamente degna di nota. Il brano è inserito anche nel Greatest Hits, con delle differenze in tutta la struttura del pezzo, come l’eliminazione di uno stacco iniziale, con il suono di “Hi-Hat” o una brevissima sezione in cui Mercury intonava “Headlong”. Anche in questo caso il videoclip del brano è da menzionare: in esso si mostra un Freddie Mercury sempre più consumato dalla malattia (non è l’unico dell’album).

6) Innuendo, la title track dell’album, è stata considerata dalla critica come la Bohemian Rhapsody degli anni ’90. In effetti, l’analogia delle due canzoni sta proprio nella lunghezza totale dei brani (sei minuti e mezzo Innuendo, poco meno di sei per Bohemian Rhapsody). Non è, tuttavia, l’unica analogia tra le due canzoni. Il videoclip del brano è stato realizzato con delle figure di plastilina riprese in stop-motion, che ricostruiscono un cinema in miniatura. I membri della band appaiono sullo schermo del cinema stesso, riprodotti attraverso spezzoni di videoclip precedenti e animati, rielaborando la loro immagine secondo diversi stili pittorici.

7) Il testo di “The Show Must Go On“, il cui tema cupo sembra in tutto e per tutto identificare la natura dell’album e dell’imminente morte di Freddie Mercury, è stato, negli anni, erroneamente considerato come il testamento futuro dello stesso Bulsara. In realtà, il testo che la tradizione ha poi accreditato a tutta la band, è stato scritto da Brian May. La tendenza ad accreditare tutti i brani all’intera band non era, tuttavia, nuova. Anche nell’album The Miracle non fu mai specificato l’autore del testo, ma solo menzionata l’intera band.

8) A proposito di The Show Must Go On, non si può fare a meno di considerare il pezzo come uno dei più importanti (e celebri) di tutta la produzione dei Queen. Il clima cupo presente all’interno della canzone non è certo un unicum dell’album, maturato tutto in un’atmosfera colma di difficoltà e preoccupazione. Quando infatti fu realizzata una prima demo del pezzo, Brian May era preoccupato del fatto che Mercury non riuscisse a intonare nel migliore dei modi le tonalità in falsetto presenti all’interno del pezzo, dunque voleva eliminarle. Lo stesso May rimase sopreso quando, in fase di registrazione, Mercury non ebbe nessun dubbio e decise di realizzare quello che sarebbe diventato poi un capolavoro. Naturalmente dopo aver bevuto un bicchiere di vodka.

9) Un sondaggio del 2006, effettuato dalla BBC, ha votato l’album come il 94° migliore di tutti i tempi. In quello stesso sondaggio, è stato votato come miglior album “Unfinished Simpathy” dei Massive Attack.

10) L’album riuscì a raggiungere la prima posizione nella UK Albums Chart (Regno Unito), una classifica musicale stilata dalla Official Charts Company, rimanendovi per due settimane. Ma non fu l’unico sontuoso risultato, in termini di classifiche, raggiunto da Innuendo: l’album fu primo nelle classifiche per 3 settimane in Italia, 4 nei Paesi Bassi, 6 in Germania e addirittura 9 in Svizzera, tutti paesi in cui è stato certificato disco di platino.

di Bruno Santini (Nefele)

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