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Le 5 migliori canzoni dei Bluvertigo

I Bluvertigo sono stati una band fondamentale per il rock italiano. Capaci di rinnovare ed innovarsi continuamente sicuramente costituiscono un’eccezionale prova di creatività. Influenzati da tantissimi artisti stranieri, hanno dato prova di saper costruire uno stile totalmente nuovo ed assente in qualsiasi altro artista qui in Italia. Si può notare l’influenza preponderante di David Bowie (di cui aprirono un concerto nel 2002), stimatissimo da Morgan che ne esegue spessissimo cover, ma anche di band come Depeche Mode, di cui incisero una cover ed una traduzione di una loro canzone oppure ancora i Duran Duran, che intervistarono per Sonic MTV nel 1999. Scopriamo le cinque migliori canzoni dei Bluvertigo.

Iodio

Con questo primo singolo nasce la band con la sua formazione definitiva: Morgan che suona il basso e canta, Andy che suona le tastiere ed all’occorrenza il sassofono, Pancaldi alla chitarre e Sergio alla batteria. Già da questa prima canzone è possibile comprendere lo stile inconfondibile dei Bluvertigo, musicalmente e non solo. Infatti, il testo del brano è una cinica invettiva contro la politica dell’amore a tutti i costi e mostra un “odio” per le piccole cose anche quotidiane di ognuno di noi. Già da qui si può comprendere il grande impatto fuori dagli schemi della band.

Bisogna sempre per forza parlare d’amore?
Bisogna sempre comunque far nascere il sole?
E’ necessario far credere di fare del bene?
E’ necessario alle feste donare le rose?

Complicità

Questa canzone è frutto di un lavoro di traduzione su Here is the house dei Depeche Mode, di cui di fatto costituisce la cover in italiano. Il brano ha perfettamente rispettato l’originale, cogliendo quell’atmosfera onirica che rappresentava. Fa parte dell’album Acidi e basi, primo della così detta “trilogia chimica” della band. Quest’album contiene diversi brani che come Iodio incarnano una condanna all’ipocrisia della società, ad esempio Vivosunamela, Decadenzaecc.

Salvaluomo

E di Acidi e basi fa parte anche questa. Forse non una delle più famose dei Bluvertigo, ma sicuramente quella che tra musica e testo sintetizza meglio i loro obiettivi artistici. Ciò che vuole rappresentare è la situazione di un uomo che è felice di essere diverso dagli altri e viene ripetutamente criticato dalla società per il fumo, il codino, la musica, ecc. elementi che non lo omologano a tutti gli altri, a cui lui si dovrebbe adeguare. Allora in realtà è la fantasia che salva l’uomo, la fantasia è libertà.

Ci sono giorni in cui vorrei sotterrarmi
forse è Manzoni che reprime la mia gioia
dicendo gioia non intendo leggerezza ma
semplicemente il desiderio di inventare qualcosa
ci sono luoghi in cui non riesco ad andare
perché la gente veste tutta uguale
non si divertono a far diventare il proprio corpo
un opera d’arte concettuale.

La crisi

Questa canzone fa parte dell’album Zero – ovvero la famosa nevicata dell’85, ultimo della trilogia. Questo disco non ebbe mai grande successo forse anche a causa dei testi molto complessi ed introspettivi. Vennero infatti considerati di difficile comprensione tutto sommato, qui Morgan si trova però senza dubbio nel massimo della sua sperimentazione artistica. Malgrado sia quello più sottovalutato, l’album contiene diverse canzoni interessanti, tra cui questa. Rappresenta la crisi dell’io ed è una delle più orecchiabili della band.

L’assenzio

Non si poteva non inserire il brano che segnò per i Bluvertigo l’ultimo posto a Sanremo nel 2001, eppure diventò uno dei loro lavori più amati. Decadente descrizione degli effetti dell’assenzio, sotto i quali si trovavano i membri della band durante la composizione, ma anche grande tributo alla musica visto che ab e sinth significherebbe “a favore del sintetizzatore” (usatissimo da Morgan). L’assenzio è stata inserita nel famoso libro “1001 songs you must hear before you die” di R. Dimery e nel videoclip compare addirittura Franco Battiato, ammiratissimo dai Bluvertigo che fecero anche una cover della sua Prospettiva Nevski.

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