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Brian May rivela il suo più grande rimpianto nei confronti dei Beatles

I Queen e i Beatles non sono soltanto due tra le più grandi Rock Band di tutti i tempi. Le loro rispettive formazioni e la sinergia compositiva che li ha contraddistinti per anni nel panorama musicale, continuando a farlo, ha decisamente contribuito a renderli unici e; sotto molti aspetti, inimitabili. Purtroppo, i Beatles si sono sciolti troppo prematuramente. Vittime delle tensioni interne che distrussero il gruppo, già soggiogato dall’ingestibile successo che li travolse praticamente sin dagli esordi. I membri dei Queen e, in particolare Brian May, hanno parlato spesso dei dissidi e dei litigi interni alla band rimarcando, però, il fatto che, in un certo senso, gli attriti creatisi nel corso del tempo avessero coadiuvato il gruppo a fortificarsi, rimanendo uniti a discapito delle innumerevoli difficoltà.

I rapporti controversi che univano i Queen sono, secondo il loro stesso punto di vista, il motivo principale per cui il loro processo creativo sia stato così fervido e, senza ombra di dubbio, la prova regina del fatto che, andando avanti negli anni, siano diventati una famiglia in piena regola.

Nonostante Freddie Mercury ci abbia tragicamente lasciati ormai da molti anni e John Deacon si sia ritirato a vita privata, separandosi dai Queen dopo la morte del loro iconico Leader, Brian May e Roger Taylor, coadiuvati dal buon Adam Lambert, calcheranno i palchi di Giappone, Corea, Australia e Nuova Zelanda prima di entrare finalmente in scena sul territorio europeo nel corso del 2020.

Il chitarrista dei Queen ha espresso il suo orgoglio in vista delle prossime sensazionali performance esplicando, inoltre; il suo rammarico riguardo la più grande differenza tra il suo gruppo ed i Beatles, da cui, in passato, dichiarò, di aver tratto più influenza.

Cosa pensa Brian May della vita in tour

Nel corso dell’intervista, Brian May ha detto: “quando sei in tour le giornate si allungano in modo esponenziale. L’adrenalina è alle stelle. L’interazione che c’è tra noi esecutori e l’ enorme e sofisticata strumentazione che adoperiamo dal vivo è meravigliosa. Le luci, i suoni, il palco, le coreografie, i contenuti multimediali e, addirittura, gli spettacoli di magia. Bisogna tenere d’occhio tutto costantemente e monitorare l’andamento di ogni singolo concerto in maniera mostruosamente meticolosa, senza mai perdere di vista il motivo principale per cui ci troviamo immersi in quel contesto, la musica. Oggi pensavo quanto sia triste il fatto che i mitici Beatles non abbiano mai avuto la possibilità di deliziare sé stessi ed i loro milioni di fan con delle fantasie simili. All’epoca tutto questo sembrava un’utopia”

Le parole del chitarrista sui Beatles

“In effetti – continua May – la vita in tour per loro divenne incontrollabile dopo pochi anni di fama inimmaginabile. Io ed i Queen abbiamo avuto più di quarant’anni per sviluppare continuamente nuove idee per innovarci e soddisfare anche le platee più esigenti. Devo ammettere che le nostre squadre di ricerca tecnica ed artistica sono sensazionali, dei professionisti del settore eccelsi”. Le parole di Brian May delineano alla perfezione il quadro degli avvenimenti. Fattivamente, i Beatles hanno affrontato la vita in tour per soli 2 anni, dal 1964 al 1966. Tra l’altro, l’ultimo tour dei Fab Four negli Stati Uniti venne ostacolato dalle controversie che nacquero dopo il famigerato intervento di John Lennon che definì i Beatles più “famosi” di Gesù.

I Beatles ebbero diversi problemi dal vivo, riguardanti in modo particolare la qualità audio offerta al pubblico ed il fatto che, di norma, durassero solo 30 o 40 minuti.  Dopo il disastro americano, culminato a San Francisco, i Fab Four si concentrarono esclusivamente sul lavoro in studio, fino al loro scioglimento nel 1970. Dopo pochissimi anni, la scena dal vivo subì una rivoluzione dalle fattispecie drammatiche. Dal canto loro, i Queen hanno sostenuto più o meno 700 performance dal vivo; di cui, oltre 400 di queste solo negli anni ’70.

 

 

 

 

 

 

 

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