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Le migliori 70 canzoni di Bruce Springsteen

Le 70 candeline spente da Bruce Springsteen sono state, senza dubbio, uno degli eventi più attesi e apprezzati dagli amanti del rock. The Boss, uno degli esponenti più celebri di sempre nell’ambito della musica rock, è nato il 23 settembre del 1949 e, nei suoi settanta anni di vita, è riuscito a creare e ottenere il meglio: dai grandi capolavori alle lotte ideologiche, passando per la sfida a quel regime dominante nel mondo dell’est, prima della caduta del muro di Berlino. Per onorare ognuno dei suoi anni, vi indichiamo quali sono – secondo noi – le migliori 70 canzoni di Bruce Springsteen, indicandole non in ordine di classifica ma attraverso una semplice lista.

Le migliori 70 canzoni di Bruce Springsteen: ecco quali sono

Di seguito, ecco quali sono – secondo il nostro giudizio – le prime 35 tra le migliori 70 canzoni di Bruce Springsteen:

  • The Ballad of Jessie James: partiamo dalle origini, attraverso la formazione E Street Band – composta da Steve Van Zandt, Garry Tallent, Vini Lopez e David Sancious – che, insieme a Bruce Springsteen, compose una delle ballate più originali di sempre.
  • State Tropper: il brano parla di un criminale del New Jersey, e si ispira a Frankie Teardrop dei Suicide. Il particolarissimo brano di Bruce Springsteen è stato commentato direttamente da The Boss: “Non so neanche se si possa definire una canzone. È un po’ strana”.
  • I’m of Fire: uno dei brani più intimi di Bruce Springsteen, I’m of Fire può definirsi senza dubbio una delle migliori 70 canzoni di The Boss. Dai desideri profondi fino alla sua forza, il grande strapotere dello statunitense non manca di certo all’interno del brano.
  • Jungleland: secondo Bruce Springsteen, questo brano è stato una vera e propria battaglia spirituale: i dubbi e le ambizioni di The Boss hanno portato il cantautore e la sua band a spendere, in una fase finale delle registrazioni del brano, addirittura 16 ore intense; take eliminati, intro tagliate e registrazioni continue hanno reso Jungleland una delle canzoni migliori di Bruce Springsteen.
  • Darkness on the Edge of Town: ci sono occasioni in cui la musica può diventare cinematografia, e questo brano ne è la riprova. Come una pellicola disillusa e anticonvenzionale, la canzone si conclude con la mesta affermazione di Bruce Springsteen: “Stanotte sarò su quella collina perché non mi posso fermare”, a dimostrazione che il lieto fine non è un obbligo.
  • The Rising: la tragica caduta delle Torri Gemelle dell’11 settembre del 2001 ha ispirato tantissimi artisti e per numerosi motivi differenti. Tra questi, The Boss si è ispirato all’immagine dei pompieri che scalavano l’edificio in fiamme per cercare di salvare delle vite.
  • Because The Night: senza alcun dubbio, il brano può ritenersi uno dei più preziosi doni che un artista possa fare a un altro. Il brano è diventato una delle più grandi hit di Patti Smith, che aggiunse un testo partendo dalla demo dello statunitense.
  • No Surrender: “Nella vita reale non te ne stai lì a trionfare e resistere tutto il tempo. Semmai, scendi a compromessi, soffri delle sconfitte”, affermò Bruce Springsteen, che non voleva inserire il brano all’interno di Born in the U.S.A. Alla fine, grazie a Van Zandt, possiamo ammirarlo per quello che è.
  • Youngstown: ispiratosi al libro Journey To Nowhere: The Saga of the new Underlcass, il brano può essere considerato come uno dei più politici di Bruce Springstee, che parla della devastazione economica americana (negli anni della presidenza di Reagan), attraverso il ritratto di un metalmeccanico disoccupato.
  • Downbound Train: non c’è molto da dire su questa canzone, che rinuncia alle classiche sonorità di The Boss premiando un tono molto più rockabilly. Nel complesso, il brano può essere considerato come un omaggio alla tradizione country.
  • Hitch-hikin: “I’m a rolling stone just rolling now”, afferma Bruce – ribaltando anche la visione dylaniana – in un brano presente all’interno dell’ultimo album Western Stars. La rappresentazione on the road del protagonista è di grande livello.
  • Meeting Across The River: scritta in un’ora, Bruce Springsteen non voleva inserire la canzone all’interno di Born To Run, ma il suo manager, Mike Appel, lo convinse a farlo. Il brano ha anche ispirato una serie di racconti sul “dark side” dello statunitense.
  • Johnny 99: la considerazione che Bruce Springsteen aveva di Ronald Reagan non doveva certamente essere di grande livello. Johnny 99 è la narrazione di un uomo stremato, disoccupato e consumato dall’alcol, che compie un omicidio. “Il presidente ha fatto il mio nome l’altro giorno, e mi stavo chiedendo quale possa essere il mio album preferito tra i miei. Non credo sia Nebraska”, affermò il cantautore ironicamente.
  • Lost in the Flood: il brano anticipa la maggior parte dei temi tanto cari a The Boss, e segna anche l’ingresso di Van Zandt nella formazione di Bruce; il suo apporto musicale non passa certamente inosservato!
  • Long Walk Home: il titolo farebbe pensare ad una canzone country da ascoltare durante i propri interminabili viaggi, ma in realtà parla delle difficoltà americane provate in occasione di un lungo declino economico, politico e sociale. Bruce Springsteen l’ha usata per sostenere la candidatura di Barack Obama nel 2008.
  • The E Street Shuffle: una dichiarazione d’amore per la propria formazione migliore di quella che si trova in questo brano non c’è. Il brano mette subito in primo piano quale sia il bagaglio culturale della formazione, quasi come un manifesto.
  • Back In Your Arms: e, a proposito di E Street Band, nulla vieta che anche questo brano possa essere stato dedicato alla stessa formazione, come sembrerebbe dimostrare un’esibizione live del 1999, in cui l’emozione fu particolare.
  • Blinded By The Light: se è vero che Bruce Springsteen scrisse questo brano per arrivare al successo discografico, è pur vero che allora la canzone può essere considerata come un esperimento riuscito. Il titolo ricorderà, agli appassionati di discografia, quello del film che parla proprio di The Boss.
  • Bobby Jean: la canzone è stata analizzata per lungo tempo e, alla fine, è stato possibile estrapolarne il significato. Una delle migliori 70 canzoni di Bruce Springsteen parla di Steve Van Zandt e del suo abbandono, avvento prima della pubblicazione del celebre Born in the U.S.A.
  • Pink Cadillac: il conflitto tra “le cose terrene e le cose spirituali”, come afferma Bruce Springsteen, ha portato alla realizzazione di un brano che attinge dalla figura di Elvis Presley e dal rockabilly. Di sicuro si tratta di una delle canzoni più sexy che siano mai state realizzate da The Boss.
  • Hello Sunshine: il tributo di Bruce Springsteen a  “Everybody’s talkin’ ” di Fred Neil è, allo stesso tempo, una trattazione di se stesso che avviene attraverso le note più esemplari e trasparenti possibili. Essendo stato uno dei primi pezzi anticipati del nuovo album Western Stars, è chiaro l’intento di Bruce, che ha voluto presentarsi per quello che è ed è stato.
  • Out in the Street: nessun dubbio e nessuna interpretazione possibile, se non quella reale e realistica. Out in the Street parla di libertà, esalta la libertà e vuole la libertà in ogni suo aspetto, da quello contenutistico a quello musicale, passando per la batteria di Max Weinberg che Bruce vuole esploda a colpi di bacchetta!
  • Two Faces: “Volevo scrivere un tipo diverso di canzone romantica, per esplorare tutti i luoghi e tutte le esperienze emotive delle varie relazioni”. Con un intento di questo genere, così come dichiarato da The Boss, il risultato è stato una canzone piuttosto cupa, ma emblematica e tra le migliori di Bruce Springsteen.
  • Roulette: il disastro di Chernobyl diede molta vitalità ad un brano che, in soldoni, parla proprio di un disastro nucleare. Il protagonista della canzone, scartata da The River, cerca di salvare la propria famiglia in tutti i modi possibili.
  • Sleepy Joe’s Cafe: lontano dagli impegni sociali, politici e ideologici, questo brano (il quinto del nuovo album in studio Western Stars) mostra tutta la capacità di Bruce Springsteen, in grado di essere emblematico anche attraverso la trattazione di una semplice vita lavorativa e di famiglia. Tra i pezzi del nuovo album, questo è assolutamente consigliato!
  • Johnny Bye Bye: non si può non cogliere il riferimento a Bye Bye Johnny di Chuck Berry, almeno per quanto riguarda il titolo. In effetti, la canzone parla di Elvis Presley, e degli effetti devastanti che la sua morte ebbe su Bruce Springsteen; perdere un idolo può essere molto difficile, e The Boss l’ha dimostrato con questo incredibile brano.
  • Jack of All Trades: il significato che Wrecking Ball vuole comunicare è chiaro, e questa canzone lo conferma maggiormente, tramite la trattazione dell’effetto che la Grande Recessione ha avuto sulla classe lavoratrice. Il brano è passato alla storia anche grazie all’incredibile assolo di chitarra di Tom Morello.
  • Your Own Worst Enemy: nonostante le tematiche trattate, la produzione artistica del brano è completamente differente dal punto di vista musicale, grazie ad una musicalità pop che sembrò piuttosto antitetica rispetto ai grandi capolavori del cantautore.
  • She’s The One: passando da uno stile all’altro senza soluzione di continuità, She’s The One si basa su uno stile musicale tipico degli anni ’50, pur non parlando della tipica storia d’amore. Fulcro del brano è, infatti, la dedica a una donna senza cuore.
  • Loose Ends: il destino di questo brano è stato piuttosto sfortunato. In origine, la canzone doveva essere inserita in The Ties That Blind, album che Bruce Springsteen decise di scartare perchè non troppo convinto della sua adeguatezza. Successivamente, c’era la possibilità che venisse inserito in The River, ma Bruce non ne fu convinto ancora una volta. Nonostante gli sfortunati eventi, il brano è certamente di grande livello.
  • Streets of Fire: si tratta di una delle canzoni più blues in tutto il repertorio di Bruce Springsteen, che alcuni produttori volevano utilizzare – modificata – all’interno di un film. The Boss rifiutò di concedere loro i diritti di questo brano particolare, e fece molto bene: il film non ebbe successo e il brano sarebbe stato compromesso per questo.
  • I’m Going Down: accanto alla carriera e alla storia di Bruce Springsteen se ne potrebbe aggiungere un altra, fatta di “se”. E se questa canzone, una delle più divertenti di tutta la produzione di The Boss, non fosse stata inserita all’interno di Born in the U.S.A? Così non è stato, e il brano – secondo Bruce, uno dei più profondi sul tema amoroso – è stato il sesto singolo dell’album a finire in Top Ten.
  • Better Days: all’interno di questa classifica non poteva mancare una dedica a Patti Scialfa, inserita all’interno del brano. Nel pezzo non manca quella velata autoironia sulla storia d’amore e il matrimonio tra i due.
  • My Hometown: “Ho capito che avrei sempre portato un pezzo di quella città con me, indipendentemente da dove sarei finito”, ha affermato Bruce Springsteen in merito al brano, scritto quando si trovava in California. La canzone rappresenta una grande critica all’America post-industriale, che non manca nella produzione del cantautore statunitense.
  • Night: all’interno di Born to Run si tratta dell’unica canzone sotto i tre minuti, che sa come coniugare lo stile di Chuck Berry con un’esplosività tipica delle car song.

Le migliori 70 canzoni di Bruce Springsteen: i brani che hanno fatto la storia di The Boss

Di seguito, sono riportate le seconde 35 delle migliori 70 canzoni di Bruce Springsteen, brani che hanno fatto la storia di The Boss.

  • Restless Nights: il brano rappresenta una delle dimostrazioni principali di quella cultura pop che Bruce Springsteen incarnò nell’estate del 1979. Queste le sue dichiarazioni in merito: “Erano piccoli grandi dischi pop, ho adorato la produzione, e quando sono andato in studio, molte delle cose che facevamo erano esattamente le stesse”, in merito alla cassetta di Raspberries ‘Best.
  • Devils & Dust: Bruce Springsteen scrisse la maggior parte del brano durante il tour Tom Joad, ispirandosi alla guerra in Iraq. In effetti, il brano – che può essere interpretato in tutti i modi possibili – si basa sul punto di vista di un soldato durante la guerra in questione.
  • Ramrod: questa canzone ha ricevuto un apprezzamento direttamente da Stephen King, che l’ha definita “la sua traccia più pulita, più bella, più dura”. Il brano, pur non essendo uno dei più profondi di The Boss, parla di un ragazzo che cerca di fare di tutto per conquistare una bella ragazza.
  • Rosalita (Come Out Tonight): non c’è dubbio, l’ispirazione di questo brano pensato per far esplodere il pubblico dello statunitense durante i suoi concerti è reale. Così come ha affermato Bruce: “Quello che scrivo è quello che vivo… È tutto vero. Anche i nomi.” 
  • Growin’ Up: la canzone di Bruce Springsteen è un vero e proprio elogio all’adolescenza, definita dal cantautore statunitense come il periodo di un ragazzino cosmico in costume.
  • Backstreets: all’interno di una discografia esistono brani di qualsiasi tipo, ma Backstreets spicca, sicuramente, per un’unione di elementi e fattori che sono difficili da cogliere interamente. A dire il vero, non è possibile identificare il brano entro un unico canone e ciò, ovviamente, lo rende spettacolare.
  • Tenth Avenue Freeze-Out: che cosa sia? “Non ne ho idea. Ma è importante.” Il brano è passato alla storia per essere stato necessario alla formazione della E Street Band, quindi non soltanto parliamo di una delle migliori 70 canzoni di Bruce, ma anche di una delle più significative.
  • Incident on 57th Street: il brano calca particolarmente su uno dei temi che sono stati maggiormente trattati nel corso della carriera di Bruce Springsteen: la ricerca di redenzione. La ballata, che parla dei due protagonisti Johnny e Jane, doveva inizialmente intitolarsi Puerto Rican Jane.
  • Brillian Disguise: non esiste trattazione più lucida e migliore di una separazione, di un divorzio. Tunnel of Love è un album passato in sordina, specie per la pubblicazione successiva a quella di Born in the U.S.A., eppure affronta con grande abilità la tematica di un amore finito.
  • Spirit in the Night: di sicuro, la canzone riesce a riflettere, nel modo migliore possibile la futura direzione della E Street Band. All’interno della canzone è lo stesso Bruce Springsteen a suonare il basso.
  • For You: il brano è una delle migliori 70 canzoni di The Boss in grado di trattare, lucidamente, il tema del suicidio. Il brano parla di un narratore che parla con la sua fidanzata, che altrimenti avrebbe tentato il suicidio. Diversamente da quanto si crede, nonostante i trascorsi dello statunitense, il brano non tratta di Diane Lozito, una delle ex di Bruce.
  • If I Should Fall Behind: dedicata alla moglie Scialfa e scritta in un momento particolare della loro vita, il brano è – secondo Bruce Springsteen – “la migliore canzone su come affrontare anche il più piccolo dei rapporti”.
  • Land of Hope and Dreams: “Quella canzone era un modo splendido per reintrodurre quella che era una E Street Band molto diversa dal passato”, è quanto affermato da The Boss. Il brano venne realizzato nel 1999, e venne inserita in Wrecking Ball; la canzone narra della storia di un treno e dei suoi passeggeri, attraverso le atmosfere gospel che la caratterizzano.
  • Candy’s Room: Bruce Springsteen non ha mai voluto ammettere chi fosse la prostituta di cui parla nel brano, anche se la sua trattazione è piuttosto significativa. All’interno di Candy’s Boy, una demo realizzata durante le sessioni del disco, si ribalta la prospettiva del brano, in quanto si parla dell’uomo rifiutato da Candy.
  • Highway Patrolman: difficile descrivere con poche parole una delle migliori 70 canzoni di Bruce Springsteen, in grado di trattare di tutte quelle sfumature che – secondo il cantautore statunitense – separano l’uomo tra la stabilità e la sofferenza. Allusioni al Vietnam, alla vita americana e alla difficile vita di cui lo statunitense ha spesso fatto cenno in Nebraska sono le note dominanti della canzone.
  • The Promise: si tratta di una delle canzoni più autoreferenziali di Bruce Springsteen, che più volte ha aggiustato nel corso del tempo, aggiungendo o rimuovendo dettagli. Secondo Van Zandt: “Lascia un’opportunità a chi non ha mantenuto una promessa. Bisogna riconoscere la possibilità che uno non mantenga una promessa a se stesso, e scendere a compromessi quando magari non si dovrebbe.”
  • Prove It All Night: se è vero che una delle caratteristiche che rende grande un cantante è il perfezionismo, forse Bruce Springsteen ha esagerato con quest’aspetto! Il brano, così come mostrato in diverse biografie, è stato revisionato numerosissime volte, cambiando ogni volta vita.
  • The Ghost of Tom Joad: il pubblico italiano si ricorderà di questa canzone per la versione che venne interpretata da The Boss a Sanremo. La canzone ha permesso a Bruce Springsteen di tornare a parlare di temi sociali dopo tanta trattazione personale, in uno stile che i Rage Against The Machine rivoluzioneranno creando una vera e propria hit.
  • 67Seeds: la canzone doveva inizialmente chiamarsi Gone Gone Gone. Sebbene si tratti di un brano scartato da Born in The U.S.A., 67Seeds è diventato uno dei più grandi inni politici che siano mai stati realizzati dal cantautore statunitense.
  • Walk Like a Man: se è vero che il rapporto tra Bruce Springsteen e suo padre è stato difficile e travagliato, è pur vero che The Boss è stato in grado di trovare parole positive per lo stesso. La canzone in questione racconta delle emozioni provate dal padre nel giorno del suo matrimonio. L’umanizzazione di una persona con cui si ha avuto un rapporto difficile è una delle più grandi dimostrazioni d’amore.
  • Reason To Believe: non può mai mancare la speranza nelle realizzazioni artistiche di Bruce Springsteen, come dimostra il flebile ma significativo appiglio di Reason To Believe.
  • Indipendence Day: diversamente da quanto potrebbe suggerire il titolo, il brano parla del difficile rapporto tra lo statunitense e il padre. “Ci abbiamo messo 30 anni per riuscirci a dire l’un l’altro che ci volevamo bene”, ha affermato il cantautore a proposito.
  • Tougher than the rest: una cosa è certa, le canzoni scritte e inserite all’interno di Tunnel of Love godono di una trattazione esclusiva, che non sarebbe mai potuta avvenire altrimenti. Come ha affermato The Boss: “Non avrei mai potuto scrivere nessuna di quelle canzoni in nessun punto della mia vita. Non avrei mai avuto la conoscenza o la capacità o l’esperienza per farlo.”
  • Hungry Heart: per capire al meglio il concept del brano, basti sapere che Bruce Springsteen stava per regalare il brano ai Ramones. Testo dark, melodia incredibilmente positiva: il brano è stato il primo ad entrare nella Top 10 della classifiche di vendita.
  • Death To My Hometown: ancora una volta una condanna politica, che parla di quanto provato dalla popolazione americana a partire dal 2012; lo stile è chiaro: musiche ottocentesche e contenuti che sembrano rimandare alle ribellioni irlandesi rendono al meglio l’ideale di storia ciclista.
  • The River: la coppia di cui The Boss parla all’interno del suo brano è reale, e ha avuto non poche difficoltà. Ancora una volta, lo statunitense è stato in grado di tramutare la realtà in musica, nel modo migliore possibile: “Hanno fatto molta fatica a fine anni ’70, come molte persone faticano anche oggi”
  • 4th of July, Asbury Park (Sandy): quella che secondo il cantante statunitense è una “lettera d’amore e una canzone d’addio” alla sua casa ad Asbury Park è, senza dubbio, una delle più dolci e commoventi canzoni di The Boss.
  • The Promised Land: la canzone ha tutti gli elementi necessari per renderla una delle migliori 70 di Bruce Springsteen. Tuttavia, ciò che più esalta e ha esaltato è un atteggiamento folk-rock che si può riscontrare dal punto di vista artistico, e che ha reso The Promised Land eccezionale.
  • Badlands: pensare a dei titoli e poi realizzare canzoni potrebbe sembrare una pratica piuttosto particolare, eppure Bruce Springsteen non ne ha mai fatto a meno. Le dure sonorità punk del brano lo rendono un prodotto di grandissimo livello.
  • Thunder Road: modo migliore per iniziare un album non esiste. Lo stile, la melodia e i contenuti di Thunder Road la rendono la prima traccia ideale: “C’è qualcosa nella melodia di ‘Thunder Road’ che fa pensare a un nuovo giorno, alla mattina, qualcosa che sta iniziando.”
  • Racing in the Street: niente di più inquietante di un brano così tranquillo e calmo che riesce a creare terrore. Il brano di Bruce Springsteen è stato così commentato da Tom Morello: “Avverti tutta l’impotenza dell’uomo, mentre si avventura in un futuro incerto”.
  • Nebraska: in tutte le canzoni che hanno preceduto questa, all’interno della nostra lista, l’insegnamento di Bruce Springsteen è stato chiaro: parlare degli uomini, della loro condizione, della società, con cenni politici e ideologici. All’interno del brano si tratta di quell’alienazione dagli amici, dalla comunità e dal lavoro.
  • Atlantic City: “Atlantic City” mi ha coinvolto subito. L’aspetto pop sta nello storytelling. Ti trovi a canticchiarla tutte le volte. Quello è il punto di connessione. E ci sono molti dettagli, non come nelle canzoni pop: “Mettiti le calze, baby, perché stanotte farà freddo.”, non c’è modo migliore – per parlare di questo brano – di citare le parole Win Butler degli Arcade Fire
  • Born in The U.S.A: è, senza dubbio, la canzone più famosa della storia di Bruce Springsteen; il cantante statunitense non è stato certamente un estimatore passivo degli Stati Uniti, come hanno dimostrato tutti i brani presenti in questa lista. La canzone tratta di temi politici e militari, travisati attraverso l’onda del patriottismo dominante.
  • Born To Run: “Volevo fare il disco rock più grande mai fatto. Volevo che suonasse enorme, che ti prendesse per la gola e che risvegliasse la tua attenzione – non solo verso la musica, ma verso la vita.”, ha dichiarato Bruce Springsteen. Il risultato è stato la realizzazione di una title track che non ha bisogno di presentazioni.

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